Chloe è una cagnetta chihuahua decisamente viziata. I gadget a sua disposizione si sprecano, ivi compreso un collare tempestato di diamanti. Vive a Beverly Hills e quindi non ci si può aspettare altro. Quello che invece le risulterà inatteso è un viaggio denso di rischi, perché la sua impegnata padrona Viv la affida (o, meglio, la impone) alla nipote Rachel, la quale, non appena riceve un invito per una vacanza in Messico, non ci pensa due volte e parte con la cagnetta al seguito. Peccato, però, che le occasioni di divertimento la distraggano, così Chloe finisce nelle mani di loschi figuri che prima la vogliono impegnare nei combattimenti canini e poi la fanno inseguire da un dobermann perché si sono accorti del prezioso collare. Se non ci fossero un saggio cane da pastore tedesco e Papi, un chihuahua maschio che appartiene al giardiniere della villa di Viv e che, per quanto latino e poco considerato, non ha smesso di essere attratto dal suo fascino, i suoi problemi sarebbero davvero gravi. Beverly Hills Chihuahua è un film della Walt Disney che ci ricorda quanto i tempi siano cambiati dai “maggiolini tutti matti” d’epoca e anche dai gatti pedinati dall’FBI. La vicenda ripercorre quelle già sperimentate dalla major hollywoodiana nel campo dell’animazione: basti pensare al quasi dimenticato Oliver & Company per fare solo un esempio. Solo che oggi non bastano più diverse razze di cani fatte parlare grazie al computer per raccontare una storia di solidarietà animale, ma occorre creare un contesto, che, in questo caso, è quello alla Paris Hilton, con glamour e gadget a profusione per gli amici dell'uomo a quattro zampe. Tutto ciò, fortunatamente, non impedirà a Chloe di subire e poi di accettare l’intercultura. Inoltre, i più piccoli troveranno i cattivi sconfitti al momento giusto, tanti inseguimenti, qualche gag pregevole (vedi quella dell’abbaiamento umano) e anche un po’ di paura, che nei film Disney non manca fin dai tempi di Biancaneve e i sette nani.