Leone d’oro per il miglior film al Festival di Venezia 2008
Negli anni '80 Randy "The Ram" Robinson era un eroe del pro wrestling all'apice della carriera. L'incontro con il rivale Ayatollah, sconfitto il 6 aprile 1989, sarebbe rimasto per sempre nella storia dello spettacolare sport. Tuttavia, venti anni dopo "l'ariete" porta sul corpo i segni della lotta. Appesantito e decaduto, lavora part time in un grande magazzino e pratica il wrestling nelle palestre dei licei, ogni fine settimana, per la gioia dei pochi fan che gli sono rimasti.
Il fallimento e la distruzione fisica sono temi che Darren Aronofsky aveva già esplorato in passato, ma, nel narrare la ballata del lottatore errante, trova il modo per estenderli a una sfera più ampia. Il personaggio di “The Ram” (interpretato da un Mickey Rourke in stato di grazia) rappresenta, infatti, l'essenza stessa del fallimento. Colpito da un infarto in seguito a un incontro mortificante, il vecchio wrestler inizia a riflettere sulla sua esistenza e trova nella spogliarellista interpretata da Marisa Tomei – una donna che per molti aspetti gli assomiglia – un'affabile confidente che gli suggerisce di mettersi in contatto con la figlia. Spostando le luci di scena dal ring all'animo spezzato di un uomo, Aronofsky assume un piglio compassionevole, senza mai eccedere nei toni ed evitando la drammatizzazione fine a se stessa. Aronofsky vira dall'"art-rock" e dal cinema artigianale e visionario al quale ci aveva abituati per intraprendere una strada narrativamente più semplice e schematica, il regista statunitense insegue da vicino il wrestler, riprendendolo spesso di spalle in quello che appare un moto di deferenza, come se non volesse mostrare il declino dell'eroe.
Durante la sua personale ricerca di una rinascita, “The Ram” affronta a testa alta la vita fuori dal ring, provando con ogni strumento possibile a diventare l'uomo che non è mai stato. A sostenerlo è il ricordo del boato della folla, lo stesso che continua a tentarlo, sebbene sia ormai un "vecchio pezzo di carne maciullata", perché i colpi inflitti dalla realtà sono più dolorosi di quelli subiti sul palco sotto i riflettori. L'ultima drammatica sequenza, che lo mostra di spalle, è interrotta dal nero cinematografico e dai titoli di coda accompagnati dalla toccante ballata di Bruce Springsteen, scritta appositamente per il wrestler e per tutti i lottatori caduti.
Sceneggiatura: Robert Siegel. Scenografia: Tim Grimes. Costumi: Amy Westcott. Musiche: Clint Mansell. Fotografia: Maryse Alberti. Montaggio: Andrew Weisblum. Interpreti: Mickey Rourke, Marisa Tomei e Evan Rachel Wood. Produttori: Scott Franklin e Darren Aronofsky. Distribuzione: Lucky Red. Origine: U.S.A., 2008.