Maxi crede che la sua vita sia perfetta: è un cuoco di riconosciuto prestigio, proprietario di un ristorante di moda nel quartiere gay di Madrid, sogna di conquistare una stella sulla Guida Michelin e vive la sua omosessualità senza complessi. Improvvisamente, nella sua vita irrompono sia i due figli avuti da un precedente matrimonio di facciata, sia un nuovo vicino di casa, ex stella del calcio argentino, molto attraente. La tranquilla vita di Maxi subirà qualche violento scossone che lo costringerà a riconsiderare la propria scala dei valori.
Ormai non più confinato nel solo circuito underground, il cinema "queer" contemporaneo trova spazio anche in quei generi "forti" un tempo dominio esclusivo dell'eterosessualità, come il melodramma o la commedia romantica. Fuori menù ci tiene a mostrare con orgoglio come la Spagna sia stato, negli ultimi anni pioniere delle battaglie per i diritti civili dei gay, ma lo fa con la stessa formula applicata anche dai cugini francesi e italiani: la leggerezza del tocco nel trattare temi altrimenti definibili “scabrosi”.
Non è solo perché il protagonista, Javier Camara, ha recitato nei suoi film se Fuori menù fa venire in mente Almodovar: è per il mix sessuale, il tono tra scanzonato e drammatico, ma, soprattutto, per l'aspetto di commedia sociale un po' vecchio-stile, vivace e amichevole. Lo dirige un regista (forse non paragonabile a Pedro) esperto in sitcom tv come Un medico in famiglia, che se la cava bene articolando una serie di equivoci senza cadute di ritmo.
Sceneggiatura: Nacho G. Velilla, David S.Olivas, Oriol Capel e Antonio Sánchez. Costumi: Silvia Garcìa Bravo. Musiche: Juanjo Javierre. Fotografia: David Omedes. Montaggio: Angel Hernandez Zoido. Interpreti: Javier Camara, Lola Duenas, Carlos Leal, Fernando Albizu e Fernando Tejero. Produttori: Daniel Ecija, Tedy Villalba, Nacho G. Velilla. Distribuzione: Bolero Film. Origine: Spagna, 2009.