Se hai perso tua moglie in un incendio, se ti ha lasciato un figlio da crescere, se vivi in una grande casa vittoriana nel mezzo di un bosco: una casa comprata da lei, che avresti ristrutturato con lei e che con le avresti potuto vivere. Se ti chiami Johs Koestler (Nicolas Cage) insomma, scoprire che in un messaggio vecchio di cinquant’anni è nascosto un sottile mistero matematico in grado di svelare la data della fine del mondo, potrebbe essere tutto sommato l’ultimo dei tuoi problemi. Lasceresti correre, se solo l’annuncio di un tale catastrofico evento non coinvolgesse, oltre al resto dell’umanità, anche Kaleb (Chandler Canterbury), tuo figlio. Saresti disposto a tentare il tutto per salvarlo? Lo spirito di sacrificio di un padre che cerca disperatamente di risolvere un “non così intricato ma terrorizzante” enigma per il bene del suo bambino e dell’umanità. Questo è il motivo portante di “Segnali dal futuro”: un thriller psicologico vestito di fantascientifico. Alex Proyas, già apprezzato per “Il Corvo” e “Io Robot, è stato in grado di calibrare un piacevole equilibrio di tensione psicologica e spettacolarità visiva, restituendo una pellicola scontata e sicuramente godibile. Per farsi coinvolgere basta poco, merito soprattutto, del forte impatto visivo di alcune sequenze. Spettacolarità apocalittica resa ancora più marcata dall’ineluttabilità di un fato indubbiamente tracciato e di cui solo John sembra comprendere i progetti. Se a questo si aggiungono thrilling moments di sicura tensione, il risultato è apprezzabile. Apprezzabile come il cast che, tranne il premio Oscar Nicolas Cage e Chandler Canterbury (Benjamin Button a otto anni, colleziona una rosa di piccole e grandi stelle australiane. “Segnali dal futuro” è una pellicola che senza dubbio intrattiene.