Lucia y el sexo è un film difficile da raccontare e interpretare. Julio Medem, regista di sicuro talento, già autore di Tierra e Gli amanti del circolo polare, anche in quest’ultima pellicola ha messo in mostra la sua propensione ad una narrazione ricca di suggestioni estetiche e filosofiche. E’ assai complesso mettere ordine a tutto quello che Medem sviluppa nel suo film, troppe idee e carne al fuoco.
Si comincia con Lucia, l’astro nascente del cinema spagnolo Paz Vega, che con esuberanza e ingenua sensualità dichiara il proprio amore incondizionato ad uno scrittore, Lorenzo (Tristán Ulloa). Questa prima scena induce a credere che la giovane e intraprendente cameriera sia la protagonista assoluta del film. E in parte è vero.
La carnalità e voglia di vivere sembrano ricordare la Valeria Golino interprete di Grazia (Respiro), con la differenza che Medem entra nell’intimità di Lucia mostrando tutto quello che c’è da vedere, mentre Crialese si ritrae con pudore lasciando solo intendere la sensualità della sua protagonista.
La citazione di Respiro non è casuale. Dopo i primi ardori, l’amore di Lucia e Lorenzo subisce un improvviso arresto. Nell’animo di Lorenzo è successo qualcosa che lo induce a recidere bruscamente l’unione con Lucia. A questo punto, entra in scena il protagonista successivo: l’isola di Formentera. Lucia fugge da Lorenzo e dalla probabile tragedia che l’ha colpito e si rifugia in un luogo incantato. Come la Lampedusa di Crialese, anche la piccola isola di Medem è magica. Là il tempo si è fermato, non c’è altro che mare, terra e sole. Un luogo sicuro e al tempo stesso pieno d’insidie. Un’isola che non è ancorata alla terra e che perciò fluttua trasportata dal mare e con lei anche i suoi abitanti ondeggiano insicuri alla ricerca di una verità.
Il filo della narrazione si spezza ancora. E’ il momento di sondare gli incubi di Lorenzo. I ricordi di Lucia riportano in vita lo scrittore e così ora è lui il protagonista, colui che guida il gioco. Lorenzo dopo il primo romanzo di successo non è stato in grado di ripetersi. Vive un periodo di crisi che sembra terminato proprio con la comparsa di Lucia. Ritrovata la vena creativa comincia però a confondere la realtà dei fatti con quello che accade nella sua testa di scrittore. Qui avviene qualcosa di paradossale: se inizialmente le donne e gli uomini della realtà vengono tradotti in personaggi romanzati, improvvisamente per uno strano corto circuito quei personaggi prendono il sopravvento e diventano essi stessi realtà. Sangue e morte si affiancano al sesso in un vorticoso flusso di immagini tra erotismo e horror. E spesso questo mix produce un effetto comico, non si sa quanto volontario.
Altra interruzione e si torna sull’isola dove oltre a Lucia si trovano una donna e un uomo. Questi due potrebbero essere i personaggi immaginari di Lorenzo o forse sono coloro che hanno indotto lo scrittore ad avere quelle determinate fantasie. Ora la protagonista è Elena (Najwa Nimri) madre di una figlia concepita sei anni prima in quell’isola proprio con Lorenzo. Anche Elena in seguito a una disgrazia ha trovato riparo a Formentera e vi ha aperto una locanda. Insieme a lei vive Carlos (Daniel Freire) fidanzato di una pornodiva mamma della bambinaia di Elena. Tutti questi intrecci, difficili peraltro da elencare, sono noti a Lorenzo ma non agli altri protagonisti. E viene da chiedersi allora se anche Lucia non sia per caso un personaggio immaginario.
Ora si tratterebbe di riannodare i fili. Impresa complicata perché come già premesso, Medem non solo ha moltiplicato le storie all’infinito ma ha introdotto una serie di riflessioni sulla vita, la morte, l’arte, il sesso che rendono impossibile un discorso univoco e umanamente comprensibile.
Forse bisogna mettere da parte ogni velleità interpretativa, lasciarsi trasportare dalla circolarità della narrazione e prendere atto che la scrittura e il cinema hanno l’immenso potere di andare avanti e indietro nel tempo senza dover fare i conti con la dura realtà delle cose, con l’immutabilità e l’irrimediabilità del passato.
(Mazzino Montinari)
Sceneggiatura: Julio Medem. Fotografia: Kiko de la Rica. Musiche: Alberto Iglesias. Montaggio: Ivàn Aledo. Interpreti: Paz Vega, Tristàn Ulloa, Najwa Nimri, Daniel Freire, Elena Anaya, Javier Càmara. Francia-Spagna, 2001, V.M.14