Toccante e coinvolgente remake americano per mano di Lasse Hallström (Chocolat, The Hoax – L’imbroglio) di una pellicola giapponese del 1987.
L’originale Hachiko: "A dog’s tale (Hachiko Monogatari)" di Seijirô Kôyama narrava la storia vera di Hachi (in giapponese "Otto", numero considerato fortunato), un cane di razza akita, che alla morte del suo padrone Idesamuro, un professore universitario, si recò tutti i giorni (e per dieci lunghi anni) alla stazione ferroviaria nella speranza di vederlo scendere ancora una volta dal treno. Una storia toccante che commosse il Giapppone, facendo diventare Hachi un simbolo di amore e fedeltà...
Siamo di fronte a uno dei film più commoventi degli ultimi anni. La storia di Hachiko e dell’amore col suo padrone coinvolge a tal punto da non riuscire a trattenere il singhiozzo. Efficace, a tale scopo, la regia esperta di Hallström che si divide tra soggettive di Hachi (in bianco e nero, come fosse una specie di esperimento di cinema nel cinema) e lunghe sequenze in cui assistiamo alla conoscenza tra i due protagonisti. Sensibile, la mano del regista si fa via via più sfumata, fino all’happy ending "impossibile".
Hachiko è una favola in bilico tra il "lacrima-movie" e il "bio-pic" e, anche vedendolo in quest’ottica, un caso abbastanza unico nella storia del cinema recente. Ma Hachiko è anche un film che fa riflettere sull’amore universale. Su ciò che consideriamo importante.
Su quanto intenso può essere un sentimento. Incredibilmente, vedendo Hachiko recarsi ogni giorno alla stazione, ci si stupisce della sua dedizione, del suo profondo amore. Oltretutto, e malgrado il rischio di scivoloni sia particolarmente alto, la sceneggiatura sostiene l’attenzione del pubblico, riuscendo a non risultare mai banale o eccessivamente retorica. Un buon esempio di script mirato.
Bravo anche Richard Gere, dall’interpretazione teneramente manieristica.
Regia: Lasse Hallström.
Titolo originale: Hachiko – A Dog’s Story
Sceneggiatura: Stephen P. Lindsey.
Montaggio: Kristina Boden. Musiche: Jan A.P. Kaczmarek. Costumi: Deborah Newhall. Scenografie: Chad Detwiller. Fotografia: Dante Ron Fortunato
Interpreti: Richard Gere, Sarah Roemer, Joan Allen, Jason Alexander, Cary-Hiroyuki Tagawa, Erick Avari, Donna Sorbello, Robert Capron, Davenia McFadden e Bates Wilder.
Produzione: Vicki Shigekuni, Wong Bill Johnson e Richard Gere.
Distribuzione: Lucky Red
USA, 2009,