Non serve eluderlo, lasciarselo alle spalle o cercare di nasconderlo; il passato si ripresenta bussando alla porta della nostra coscienza ed esige delle risposte. A volte, i segreti più oscuri – o, più semplicemente, uno stato d’animo dissimulato – possono essere rivelati dalla spontaneità di uno sguardo. Che siano le pupille di un feroce assassino o di un uomo innamorato, poco importa a Juan José Campanella, regista di Buenos Aires a metà tra cinema e televisione che ha realizzato lo scorso anno Il segreto dei suoi occhi, con il quale agli ultimi Oscar ha riscosso l’ambita statuetta per il miglior film straniero.
Dopo un poetico incipit-flashforward, appare Benjamìn Espόsito (Ricardo Darìn) in veste di scrittore in pensione, mentre cerca di raccogliere le idee per visualizzare mentalmente e mettere nero su bianco un fatto cruento avvenuto venticinque anni prima (il 21 giugno 1974, in una Argentina peronista dal clima assai teso, ndr) legato ai suoi trascorsi lavorativi presso il tribunale penale; con un flashback ci vengono mostrati i frammenti delle ultime ore di vita di una ragazza vittima di uno stupro-omicidio: la scena del crimine che scorgiamo pizzica lo stomaco e lascia presagire uno sviluppo caratterizzato da atmosfere tragiche e dolorose. Sensazione del tutto errata.
Non che il film trascuri la parte inquisitoria connessa allo spregevole delitto, ma si può dire che usa questo espediente narrativo per raccontare il sentimento di Benjamìn nei confronti di Irene Menéndez Hastings (Soledad Villamil), il suo altolocato superiore nel periodo di attività al tribunale.
Nella rappresentazione, il malinconico Espόsito apre la scatola dei ricordi passando al setaccio il caso della violenza carnale della giovane Liliana e rivive le dense giornate di quegli anni 70, quando con l’aiutante-amico-alcolista Pablo Sandoval (Guillermo Francella) dava la caccia all’assassino e venerava – sottovoce – con lo sguardo l’elegante Irene.
Fuorviante, dicevamo, potrebbe essere la storia noir di fondo perché l’esposizione si dipana scandita da una spiccata ironia e a una buona dose di sarcasmo che rendono la parte centrale – stranamente, visto il tema di partenza – piuttosto divertente.
Regia: Juan José Campanella.
Soggetto: Eduardo Sacheri, Juan José Campanella. Montaggio: Juan José Campanella. Fotografia: Felix Monti. Costumi: Cecilia Monti. Musica: Federico Jusid.
Interpreti: Ricardo Darin, Soledad Villamil, Pablo Rago, Javier Godino, Guillermo Francella, José Luis Gioia, Carla Quevedo, Bàarbara Palladino, Rudy Romano, Mario Alarcòn, Alejandro Abelenda..
Produttore: Mariela Besuievsky, Juan José Campanella.
Distribuzione: Lucky Red
Origine: Argentina - Spagna, 2009.
Oscar 2010 Miglior Film Straniero