Le vite di Alice e Mattia scorrono parallele senza mai incontrarsi. Entrambi segnati da un trauma durante l'infanzia, non riescono a liberarsi dal peso del loro passato: un incidente sugli sci per Alice, che le ha causato un difetto a una gamba; la perdita della sorella gemella per Mattia. Oppressi dalla loro 'diversità' non riescono ad entrare in contatto con gli altri, proprio come i numeri primi, distanti da tutte le altre cifre, con le quali non comunicano mai. Quando da adolescenti si incontrano nei corridoi di scuola, riconoscono il proprio dolore l’uno nell’altra. Crescendo, i loro destini s’intrecciano in un’amicizia speciale, finché Mattia, laureatosi in Fisica, non decide di accettare un posto di lavoro all’estero. I due si separano per molti anni e sarà una sequenza di eventi a ricongiungerli, per riportare in superficie una quantità di emozioni mai confessate.
Dalla carta stampata al grande schermo. Non è affatto facile trasformare in immagini concrete ciò che si è immaginato nella propria mente. Nella maggior parte dei casi si rischia di deludere le aspettative del lettore attento o annichilire lo stato d’animo dello spettatore cinematografico.
Saverio Costanzo, si affida alla forza della musica, ad una certa ‘maniera’ di fare cinema tipicamente horror.
Il regista italiano gioca con le immagini, strizza l’occhio ai grandi maestri, si lascia letteralmente trasportare dalle melodie: è la musica a scandire il tempo, è la musica a dettare il ritmo, è la musica che scalfisce le coscienze. Costanzo attinge ai Goblin e a Morricone: il riferimento ad Argento c’è e si vede. Inquietudine, musica e citazioni ancora con le immagini di un grosso albergo sperduto tra le montagne e un corridoio vuoto e silenzioso: chiaro ed esplicito riferimento (omaggio) a Stanley Kubrick.
La storia segue parallelamente – omettendo particolari e qualche personaggio – le vicende del libro, riportando in sala lo stesso dolore, la stessa inquietudine descritta da Giordano. Azzeccata anche la scelta dei due protagonisti. Luca Marinelli e Alba Rorhwacher riescono ad entrare nel profondo dei loro personaggi, senza far rimpiangere la costruzione letteraria fatta da Giordano.
Nonostante qualche piccolo intoppo, Costanzo ha il coraggio di osare, ‘riscrivendo’ a suo modo quella disperata e a volte inspiegabile sensazione di ‘solitudine’, paura e tormento.
Regia: Saverio Costanzo
Tratto dal libro di Paolo Giordano.
Soggetto e sceneggiatura: Saverio Costanzo e Paolo Giordano. Musiche: Mike Patton. Fotografia: Fabio Cianchetti, Montaggio: Francesca Calvelli. Scenografia: Antonello Geleng e Marina Pinzuti Ansolini. Costumi: Antonella Cannarozzi.
Interpreti: Alba Rohrwacher, Luca Marinelli, Arianna Nastro, Vittorio Lomartire, Tommaso Neri, Martina Albano, Aurora Ruffino, Giorgia Pizzo, Maurizio Donadoni, Roberto Sbaratto, Giorgia Senesi, Filippo Timi, Isabella Rossellini.
Produttore: Mario Gianani.
Distribuzione: Medusa
Origine: Italia, Francia, 2010