Mario Diccara (Jean-Marie Bigard) è appena uscito di prigione dove soggiornava da sette anni per aver messo a segno un furto di gioielli insieme ad altri complici scampati all’arresto, ma che adesso rivendicano comunque la loro parte della refurtiva. Mario non è per niente una femminuccia e tiene a bada con le cattive maniere (è solito rifilare una testata liberatoria a chi in qualche modo lo ostacola!) i due ex-soci criminali e chiede a suo fratello minore Patrick una mano per tirare il fiato e pensare con più tranquillità al da farsi. Patrick (David "Doudi" Strajmayster), che è un prete, ha un’idea: travestire da parroco il fratellone e metterlo in viaggio alla volta di un paesino sperduto nella Francia del sud dove potrà trovare accoglienza da Padre Etienne. Ma, giunto a destinazione, Diccara scopre che il curato è trapassato proprio qualche ora prima, ma soprattutto si accorge che la popolazione locale è fermamente convinta che lui sia il nuovo parroco mandato dalla Diocesi per la sostituzione di Etienne.
Da questo buffo e colossale equivoco parte e si sviluppa l’intero film: "Padre" Mario che tenta invano di divincolarsi dalle attenzioni dei fedeli per raggiungere i preziosi gioielli - nel frattempo recuperati da Patrick - ma che pian piano si scopre un duro dal cuore tenero e comincia lentamente a sentirsi a suo agio in quei nuovi panni; di contro, invece, Patrick ha un cedimento religioso e prende una strada peccaminosa successivamente al decisivo incontro ad alta tensione demenziale - parodia dell’incipit de "Il Padrino" - con il boss mafioso Giancarlo.
Il parroco-galeotto protagonista strappa non di rado un sorriso, e per una commedia di questo tipo non è poco. Poi, il lavoro apprezzabile sull’ambientazione calda e folcloristica e in cui il piccolo paese è stato ricostruito con cura nei dettagli, il (timido) tentativo di un’interessante analisi socio-culturale sulle differenze stilistiche tra la vita nei grandi centri e quella negli angusti territori della provincia, e la fotografia esperta di Thierry Arbogast ("Nikita", "Leon", "Il quinto elemento"). La parte finale è quella addirittura che non t’aspetti con virata morale e buonista sugli storici e ottusi contrasti religiosi che il più delle volte danneggiano gli innocenti.
vostro.
Regia: Roger Delattre.
Sceneggiatura: Philippe Giangreco e Jean-Marie Bigard. Montaggio: Julien Rey e Yves Beloniak. Fotografia: Thierry Arbogast. Musica: Alexandre Azaria. Scenografia: Hugues Tissandier.
Interpreti: Jean-Marie Bigard, David Strajmayster, Thiam Aissatou, Jean Dell, Michel Chesneau, Benjamin Feitelson, Jean-Gilles Barbier, Sidney Wernicke, Philippe Faure, François Siener, Lucie Lucas.
Produttore: Luc Besson.
Distribuzione: Eagle Pictures
Origine: Francia, 2009.