Arte come mistero, un mistero imperscrutabile, inspiegabile e assolutamente affascinante. Arte come ispirazione divina, come talento naturale e necessità, come forza che tutto soggioga.
Questo deve aver pensato il regista Martin Provost, quando è venuto a conoscenza della straordinaria storia umana di Séraphine Louis, una donna umile, con un talento prodigioso per la pittura e in questo modo ha pensato di mostrarla sullo schermo.
Séraphine Louis, nata in Francia nel 1864, è una donna poco istruita, che lavora come serva e lavandaia, ma con dentro una sensibilità singolare nei confronti della natura e un mondo ricchissimo che poteva essere espresso solo tramite la pittura. Per Séraphine la pittura è tutto, la sua necessità di dipingere è primaria, più del cibo, più del carbone per scaldarsi. E’ una necessità che nasce da dentro ed è personale, non c’è ricerca di approvazione o ammirazione, lei dipinge solo per se stessa. A scoprire, in maniera del tutto casuale, questo talento è Wilhelm Uhde, collezionista e critico d’arte, tra i primi a comprare opere di Braque e Picasso e scopritore di Henry Rousseau.
Ma come raccontare una vita tanto straordinaria? O attraverso un racconto visionario che utilizzasse Séraphine come punto di vista o un racconto minimale, scevro da qualsiasi orpello, utilizzando il punto di vista di Wilhelm Uhde. Quest’ultima è la strada scelta da Martin Provost; noi conosciamo Séraphine solo attraverso il suo contatto con Uhde, la prima volta nel 1912, quando il collezionista arriva a Senlis e riconosce il suo talento, Séraphine già dipinge, "... è stato il mio angelo custode a suggerirmelo", noi non sappiamo nulla di lei, il suo passato è un mistero e tale resterà.
Quando Uhde, deve scappare a causa della guerra, non sappiamo più nulla di Séraphine, è solo nel 1927, quando il critico nuovamente la incontra, che torna in scena. La sua incredibile evoluzione artistica, dalle prime piccole e stentate nature morte, alle opulente composizioni naturali è un enigma.
L’intento di Provost, come già detto, non è spiegare, ma farci immergere in un mondo poetico, lirico, in cui la natura ha un ruolo centrale.
Regia: Martin Provost. Sceneggiatura: Martin Provost, Marc Abdlenour.
Montaggio: Ludo Troch. Musica: Michael Galasso. Costumi: Madeline Fontaine.
Interpreti: Yolande Moreau, Ulrich Tukur, Anne Bennent, Geneviève Mnich, Nico Rogner, Adélaïde Leroux, Serge Larivière, François Lebrun.
Produttore: Milena Poylo, Gilles Sacuto.
Distribuzione: One Movie
Origine: Francia, 2008.