La storia della nascita e dello sviluppo di Facebook ha quattro momenti chiavi. L’intuizione creativa di Mark Zuckerberg, il suo rapporto di amicizia e di lavoro con Eduardo Saverin, la conoscenza e la collaborazione con Sean Parker e la causa mossa ai suoi danni dai due fratelli Winklevoss. Insomma, non tantissimo in termini narrativi, soprattutto perché come ben sappiamo, Zuckerberg è ancora al suo posto e Facebook va a gonfie vele. Se poi ci aggiungiamo che si parla di computer, programmi, algoritmi, Harvard e studenti più che mai "nerd", le premesse non erano di certe di quelle che ti prendono per mano all’inizio e ti lasciano solo ai titoli di coda.
Eppure "The Social Network" fa propri così, e rimane negli occhi e nella mente anche a distanza di ore. - E’ un film altamente parlato? Sì. - Il 90% delle scene si svolgono in camere chiuse senza che nessun personaggio si muova? Sì. - Già si conosce il finale? Sostanzialmente sì. Dove risiede allora quel thrilling che ti tiene con il fiato sospeso? Nella mente di Mark Zuckerberg. E’ la sua imprevedibilità, il suo essere tanto apparentemente semplice, quanto in realtà ambiguo e sfuggente, al centro del tutto.
La straordinaria coppia d’autori, lo sceneggiatore Aaron Sorkin e uno dei più grandi registi contemporanei ovvero David Fincher, costruiscono la loro storia puntando non tanto sul social network del titolo quanto sul suo creatore. Ha davvero tradito l’amico e ingannato i due canoisti che gli avevano chiesto aiuto? Come può il padre delle amicizie virtuali, aver avuto una così bassa considerazione per i rapporti umani? Cosa lo ha spinto a diventare ciò che è? Frustrazione? Ambizione? Denaro?
Per raccontarcelo Sorkin decide per una narrazione non cronologica, bensì ellittica, che anticipa alcuni frammenti di storia, andando poi a scavare nel flashback le motivazioni che ci hanno portato fin lì. Da parte sua Fincher, per evitare di realizzare un lavoro destramente statico, taglia ogni dialogo come dei faccia a faccia tra imputato e avvocato in un’aula di tribunale. Ogni parola è soppesata, ogni frase è un’esca o un abboccamento che lo sguardo o il tono della voce vanno poi ad identificare. Questo film resterà nella storia per la lucidità con cui racconta un pezzo di fondamentale storia recente in maniera seria e approfondita. Anche per questa ragione, vederlo al cinema sarà un’esperienza che non si dimenticherà.
Regia: David Fincher. Sceneggiatura: Aaron Sorkin.
Montaggio: Angus Wall. Fotografia: Jeff Cronenweth. Musica: Trent Reznor, Atticus Ross. Scenografia: Donald Graham Burt. Costumi: Jacqueline West
Interpreti: Jesse Eisenberg, Andrew Garfield, Rashida Jones, Joseph Mazzello, Brenda Song, Justin Timberlake, Rooney Mara, Adina Porter, Malese Jow, Max Minghella..
Produttore: Scott Rudin, Dana Brunetti, Michael De Luca, Ceàn Chaffin.
Distribuzione: Sony Pictures
Origine: USA, 2010.