Morto un papa non se ne fa sempre un altro e il Vaticano non è un universo a sé. Così, mentre fuori insieme alle candele dei fedeli, alle scommesse dei bookmakers e alle luci della tv, San Pietro diventa il set più importante del pianeta, dentro, sotto le volte della Cappella Sistina la luce scompare e i cardinali chiamati a eleggere il pontefice rimangono al buio. Si chiedono chi riparerà la luce, inciampano. Sulla solennità prevale il riso. Il conclave che eleggerà il nuovo papa è antitetico alla letteratura di genere. Tra i porporati non c'è competizione. Domina invece un non dissimulato terrore. L'ipotesi di essere designati al soglio li turba. Sguardi preoccupati, preghiere, invocazioni divine che lambiscono il profano: "Non io, ti prego, non io".
Dopo due fumate nere, le schede convergono su un nome inatteso. Il cardinale Melville, fino ad allora nell'ombra, è il nuovo papa: si copre il volto con le mani. E' sconvolto.
Chiamato ad assumere la carica e indisposto a ricevere l'incoronazione, il papa di Moretti è umanissimo. Lo scisma è interiore e il cardinale Melville, balena a disagio con il mare del proprio io, è frastornato. Non trova un nome adatto a segnare il suo pontificato, avverte tutta l'inadeguatezza e subisce il peso del paragone con il predecessore. Quando le ante della finestra si spalancano perché il mondo possa riconoscerlo, crolla. A nulla valgono le blande rassicurazioni dei cardinali. Superflui si rivelano i tentativi di ricondurlo agli obblighi del suo ruolo. Alle persone in immobile attesa, viene detto che il papa è raccolto in preghiera.
Melville anela ad alta voce, quel che tutti hanno sognato almeno una volta. "Vorrei scomparire". Si sente stanco, ha crisi di fiducia. Sembra depresso ma non c'è un solo uomo che lo possa aiutare. Si respira in chi dovrebbe essere guidato dalla parola di Dio un'inconsapevolezza di fondo che rasenta l'infantilismo. Una regressione. Un disorientamento senza redenzione che è il vero messaggio politico del film. Il sacerdozio è desacralizzato e i cardinali non guardano alla provvisorietà di un magistero senza direzione, ma vorrebbero uscire, visitare una mostra di pittura, andare al bar. Non possono. Finché il papa non si manifesterà mostrandosi alla folla, sono reclusi. E costretti a consolarsi con cappuccini e partite a briscola. Qualcuno fuma, altri guardano la tv e solo di notte, in sogno, danno proiezione onirica ai tormenti interiori. La sovversione di Moretti non è la blasfemia di Bellocchio, né l'eresia di Arbore in coppia con Benigni. Il tono è un timbro conosciuto, personale, mai smarrito, in bilico tra i paradossi della scuola Marilyn Monroe in "Bianca" e lo studio dell'entomologo
Regia: Nanni Moretti Soggetto e sceneggiatura: Nanni Moretti, Francesco Piccolo, Federica Pontremoli. Scenografia: Paola Bizzarri. Musiche: Franco Piersanti. Costumi: Lina Nerli Taviani. Montaggio: Esmeralda Calabria. Fotografia: Alessandro Pesci.
Interpreti: Margherita Buy, Roberto Nobile, Nanni Moretti, Jerzy Stuhr, Renato Scarpa, Franco Graziosi, Massimo Dobrovic, Leonardo Della Bianca.
Produttore: Nanni Moretti, Domenico Procacci.
Distribuzione: 01 Distribution
Origine: Italia, 2010