Javier Bardem premiato come miglior attore Cannes 2010
Piaccia o non piaccia, Alejandro González Iñárritu è un autore. Questo è oramai innegabile. Perché avrà anche divorziato dallo sceneggiatore dei suoi tre film precedenti, Guillermo Arriaga, e avrà anche girato per la prima volta in Spagna ed in spagnolo, sua lingua madre. Ma l'arroganza con cui ostenta le sue capacità tecniche e soprattutto la riproposizione di un cinema del dolore fasullo e ricattatorio sono rimaste invariate.
Biutiful è una nuova proposizione di una catena pressoché ininterrotta di disgrazie, questa volta calate nello squallido contesto dei quartieri più degradati di Barcellona, dove vive e "lavora" Uxbal: sensitivo in grado di parlare con i morti; empatico gestore delle attività (clandestine ma legali) di gruppi di immigrati africani e cinesi che se la passano malissimo e che finiranno peggio; ex moglie bipolare e alcolizzata che lo tradisce col fratello; due figli sul groppone; malato terminale di un cancro alla prostata.
Senza Arriga, Iñárritu si scrive il suo film da solo, rinunciando alla struttura a incastri ma non negandosi una pretestuosa e narrativamente circolarità suggerita da un prologo ad effetto ripreso nel finale, ma soprattutto dimostrando che la sua mano è più pesante di quella del collega. È come se il compiaciuto e di certo non lieve né discreto modo di girare del messicano avesse avuto una traduzione diretta nel trattamento di sentimenti e psicologie, senza nemmeno avere dalla propria la perizia che nel primo caso è comunque palese.
L'incedere di Biutiful è pesante e spietato, nonostante l’anelito spirituale delle vicede: non si lavora di fioretto ma si brandisce una mannaia, non si sussurra ma si proclama a gran voce. E c'è dell’inquietante nella programmaticità con cui si persegue la descrizione e la stimolazione del dolore, legato alle vicende di un uomo perseguitato da fantasmi e sensi di colpa e alla ricerca di un egoistica autoassoluzione.
In questo quadro, un Javier Bardem dalla consueta gran presenza fisica e (lui sì) sincero nel tentativo di ritrarre condizioni tanto estreme e disagiate, appare quasi sprecato.
Sceneggiaura. Alejandro Gonzalez Inarritu e Javer Bardem. Interpreti: Javier Bardem, Bianca Portillo, Felix Cubero, Manolo Solo. Scenografia: Brigitte Broch. Fotografia: Rodriego Pietro. Musiche: Gustavo Santaolalla. Montaggio: Stephen Mirrione. Distribuzione Universal Pictures Film. Origine: Spagna, Messico, 2010.