Antonio Guidetti “reinventa” Mistero Buffo, testo che Dario Fo presentò per la prima volta nel 1969 come giullarata popolare. Si tratta di un insieme di monologhi che descrivono diversi episodi a tema biblico, ispirati ad alcuni brani dei Vangeli apocrifi o a racconti popolari sulla vita di Gesù. Replicato migliaia di volte, Mistero Buffo di Fo è recitato in una lingua reinventata, il grammelot, una miscela di linguaggi fortemente onomatopeica che assume di volta in volta la cadenza delle lingue locali padane.
Mistero Buffo fu un’opera originale che influenzò numerosi autori e attori e, ancora oggi, viene considerata un modello per il teatro di narrazione. Una differenza che separa nettamente le rappresentazioni di Fo dagli spettacoli narrativi della generazione successiva è il diverso uso del corpo e delle potenzialità sceniche dell’attore. Nel Mistero Buffo ogni suono, verso, parola o canto, uniti alla complessa gestualità, formano un insieme semantico inscindibile, di cui il racconto degli eventi è solo un canovaccio. Irriverente e portato all’eccesso, lo stile si richiama infatti alle rappresentazioni medioevali eseguite da giullari e cantastorie. Il punto centrale di Mistero Buffo è costituito dalla conquista della consapevolezza che esiste una cultura popolare, vero cardine della storia del teatro e di altre arti, una cultura che, secondo Dario Fo, è stata sempre posta in secondo piano rispetto all’ufficiale. L’esposizione di drammi religiosi, moralità e parabole in chiave satirico-grottesca e anticlericale è utilizzata dallo stesso Fo per rovesciare il punto di vista dello spettatore, per porre l’accento sulla mistificazione degli avvenimenti storici e letterari nel corso dei secoli. Per questo motivo l’opera prende il nome di “Mistero Buffo”, in riferimento ai Misteri riletti in chiave buffonesca. L’opera racconta soprattutto dei miracoli che Gesù compie non per dimostrare che è veramente il Figlio di Dio, ma come atto d’amore verso il popolo.
Moderno giullare, Antonio Guidetti propone un Mistero Buffo in cui si avvale della collaborazione di tre musicisti professionisti, ovvero Vittorio Bonetti (tastiere e voce), Roberto Pellati (batteria) e Daniele Mammi (chitarra). I brani sono stati scelti nel repertorio dei cantautori che, in qualche modo, hanno collaborato o condiviso con Dario Fo gli anni dell’impegno.
Antonio Guidetti reiventa in dialetto reggiano il MISTERO BUFFO DI DARIO FO
Con la partecipazione di:
VITTORIO BONETTI - Voce e tastiere
ROBERTO PELLATI (Batterista di Luciano Ligabue) Batteria
DANIELE MAMMI (Ma noi no) chitarra