Regia: Tony Kaye. Sceneggiatura: Carl Lund. Scenografia: Jade Healy Montaggio: Michelle Botticelli, Barry Alexander Brown, Geoffrey Richman. Musiche: The Newton Brothers. Costumi: Wendy Schecter.
Interpreti: Adrien Brody, Lucy Liu, Bryan Cranston, Christina Hendricks, James Caan, Renée Felice Smith, Blythe Danner, Marcia Gay Harden, Tim Blake Nelson, Sami Gayle, Doug E. Doug, Isiah Whitlock Jr..
Produttore: Greg Shapiro, Carl Lund.
Distribuzione: Officine Ubu.
Origine: USA, 2011.
Durata: 100'.
Da un mondo professionale in smobilitazione, ma anche dalle relazioni con l'altro sesso: ecco, come da titolo, il distacco di un supplente di letteratura in un istituto superiore pubblico della periferia metropolitana a stelle e strisce. Il decisivo referente dell'istituto scolastico è un immobiliarista che ragiona esclusivamente in termini di mercato e ricatta la preside, i docenti svolgono la propria funzione in una condizione di impotenza e frustrazione ("la cosa peggiore di questo lavoro è che nessuno ti dice grazie") districandosi tra psicofarmaci e alienazione familiare, gli allievi sono violenti, senza ambizioni, con genitori assenti.
Eredità di un'infanzia di perdite, tragedie e traumi sempre presente, lo straniamento di un triste Adrien Brody si esprime nell'incompiuta disponibilità nei rapporti che instaura con una collega con cui c'è reciproca attrazione, una prostituta minorenne ospitata in casa, una studentessa il cui talento artistico gli altri non apprezzano. Nelle lezioni, invece, la sua sensibilità si schiera contro poteri forti, sessismo, mercificazione e consumismo, alternandosi al decadente esistenzialismo delle citazioni poetiche di Albert Camus ("non mi sono mai sentito così distaccato dal mondo e presente a me stesso") ed Edgar Allan Poe (una lettura tratta da "La Caduta della casa degli Usher").
Se la sceneggiatura è dell'ex insegnante Carl Lund, il cantante, compositore, pittore, premiato autore di video musicali Tony Kaye (aveva debuttato nel lungometraggio di finzione con "American History X", il successivo "Lake of fire", documentario sull'aborto negli Stati Uniti, è stato nella rosa dei candidati Oscar) cura la regia.
Con un nitore e una definizione dell'immagine quasi televisiva e in stile documentaristico, andamento rapsodico, stacchi narrativi d'animazione in gesso bianco su sfondo nero, originali squarci da incubo iperrealista, i due delineano una realtà che è un "mare di dolore", dove il ruolo centrale dell'istruzione - base del futuro - è allo sfacelo.