Regia: Paolo Virzì. Sceneggiatura: Francesco Bruni, Paolo Virzì, Simone Lenzi. Scenografia: Alessandro Mura. Montaggio: Cecilia Zanuso. Fotografia: Vladan Radovic. Musiche: Thony. Costumi: Maria Cristina La Parola.
Interpreti: Micol Azzurro, Thony, Luca Marinelli, Katie McGovern, Fabio Gismondi, Robin Mugnaini, Donatella Barzini.
Produttore: Elisabetta Olmi.
Distribuzione: 01 Distribution.
Origine: Italia, 2012.
Durata: 102'.
Guido (Luca Martinelli) e Antonia (Federica Victoria Caiozzo) sono una coppia di trentenni innamoratissimi. Lui lavora di notte in un albergo, lei è impiegata in un autonoleggio. Ogni mattina, lui torna a casa e le porta la colazione a letto e lei si sveglia già presa dalla passione; poi lei va a lavoro, lui dorme e si sveglia quando lei torna. Tutti i giorni, i due protagonisti vivono questa routine, che ormai dura da sei anni. Entrambi sembrano esserne soddisfatti ma, man mano che la storia va avanti, capiamo che avrebbero voluto fare altro nella vita: Guido ricevette un invito per insegnare in un’università statunitense ma rifiutò; Antonia scrive canzoni (in inglese perché, dice, che in italiano non sa parlare bene) e il suo sogno è sempre stato quello di diventare cantante. I due però si accorgono che qualcosa manca nella loro vita di coppia, una lacuna che deve essere colmata al più presto: vogliono un figlio, che però non arriva poiché entrambi hanno problemi di infertilità.
Una nota di merito va al miscuglio di lingue e dialetti che si trovano nel film: Guido è Toscano, suo fratello sposa un’americana che parla quasi solo inglese, in albergo arrivano un uomo d’affari cinese e un gruppo di hostess tedesche; Antonia è siciliana, il ginecologo cui si rivolge per il test della fertilità è un simpatico napoletano; senza contare che i due protagonisti vivono ad Acilia, nei pressi di Roma, e i loro vicini parlano un romanaccio da commedia di Carlo Verdone. Ogni personaggio si fa forte del suo dialetto e ce lo espone in un continuo elenco di termini dialettali che arricchiscono tantissimo la sceneggiatura e tirano fuori una stupenda italianità, a volte eccessiva, ma sempre divertente.