Regia: Michael Haneke. Sceneggiatura: Michael Haneke. Scenografia: Jean-Vincent Puzos. Montaggio: Nadine Muse, Monika Willi. Fotografia: Darius Khondji. Costumi: Céline Collobert.
Interpreti: Jean-Louis Trintignant, Emmanuelle Riva, Isabelle Huppert, Alexandre Tharaud, William Shimell, Ramon Agirre, Rita Blanco, Carole Franck, Dinara Droukarova, Laurent Capelluto.
Produttore: Stefan Arndt, Margaret Ménégoz.
Distribuzione: Teodora Film.
Origine: Francia, Germania, Austria, 2012.
Durata: 127'.
All’interno di "Amour" sono trattate tematiche forti: un sentimento che dura una vita e l’eutanasia; accanto al romanticismo della coppia, viene un’amarissima riflessione su cosa è giusto fare quando la persona amata perde totalmente la ragione. Michael Haneke si dimostra un regista perfettamente preparato a rappresentare tutto questo, forte della sua esperienza sul campo ma anche di un gusto del racconto cinematografico che davvero pochi possono vantare.
Anne (Emmanuelle Riva) e Georges (Jean-Louis Trintignant) sono ex professori di musica che ora si godono la pensione tra concerti, libri e compagnia reciproca. Sono ancora molto innamorati ed è sempre viva in loro la voglia di scoprirsi. Una mattina, Anne viene colpita da un disturbo al cervello non meglio specificato, che le paralizza la parte destra del corpo. Non vuole essere assistita in ospedale o in una casa di cura, dunque Georges si prende cura di lei, con grande fatica ma soprattutto con immenso e profondo amore.
Dopo un prologo folgorante, la storia inizia a prendere forma e capiamo subito che girerà interamente intorno alla coppia di anziani coniugi, interpretati da due attori francesi di somma esperienza: una nota particolare va all’interpretazione di Emmanuelle Riva, curata dall’attrice nei minimi dettagli e assolutamente verosimile nella gestualità di una donna nella sua condizione di salute. Trintignant poi, la accompagna con grandissima solidità e stoica serietà di attore, anche lui mostrando alcune finezze recitative degne di un professionista di vecchia data.
L’intero film si svolge nella casa di Georges e Anne; Haneke, con lo scenografo Jean-Vincent Puzos, sceglie come ambientazione per la sua opera una casa borghese ma non lussuosa, dall’atmosfera calda e accogliente, soprattutto vissuta. Ci sarebbero dei lavoretti da fare, alcuni muri sono sporchi, non è tutto perfetto, come non potrebbe esserlo nella realtà. L’appartamento è il terzo protagonista della storia, un personaggio con cui prenderemo confidenza e che, alla fine del film, ci sembrerà incredibilmente familiare.
Si tratta di un film duro da digerire ma che proprio per questo merita una visione, un atto di fiducia e soprattutto d’amore per un cinema di altissima qualità formale e travolgente ricchezza emotiva.