Regia: Gus Van Sant. Sceneggiatura: John Krasinski, Matt Damon. Scenografia: Daniel B. Clancy Montaggio: Billy Rich. Fotografia: Linus Sandgren. Musiche: Danny Elfman. Costumi: Juliet Polcsa
Interpreti: Matt Damon, Frances McDormand, Hal Holbrook, John Krasinski, Benjamin Sheeler, Terry Kinney, Carla Bianco, Joe Coyle.
Produttore: Matt Damon, John Krasinski, Chris Moore.
Distribuzione: BIM Film.
Origine: USA, 2012.
Durata: 106'.
Il discredito dell’avversario. Quando l'interesse di una parte non coincide con quello collettivo, e la sua proposta non è abbastanza convincente, la tendenza - di ripiego e distraente - è questa. Nella genesi di "Promised land" c'è stato un rimpallo tra realtà e finzione, tra il film e ciò che ne sta dietro. Avrebbe dovuto segnare l'esordio dietro la macchina da presa di Matt Damon che però - dati i propri impegni – è stato solo co-sceneggiatore e protagonista affidando la regia a Gus Van Sant , da cui era già stato diretto nel "Will hunting" con cui ottenne l'Oscar per la migliore sceneggiatura originale. Soprattutto, però, tra i finanziatori di quest'opera contro il "fracking" - sistema di trivellazione per l'estrazione di gas naturale attraverso fratturazione idraulica ed uso di sostanze chimiche inquinanti - c'è l'emirato petrolifero Dubai.
La storia raccontata prende l'avvio dalla crisi economica della provincia contadina dei piccoli proprietari terrieri, dove le fabbriche che avevano portato occupazione, alzando il tenore di vita, ora hanno chiuso. C'è poi la divisione tra chi, come gli anziani, si oppone alla costruzione dei pozzi, e quelli favorevoli per denaro, in quanto persone pronte ad andarsene o genitori desiderosi di offrire opportunità ai loro figli.
Tutto comunque si decide in assemblea, influenzabile – ma neanche troppo - dal locale rappresentante politico (corruttibile da subito, e quindi già calcolato in voce di spesa dalla multinazionale di turno).