Regia: Sergio Castellitto Sceneggiatura: Sergio Castellitto, Margaret Mazzantini. Scenografia: Francesco Frigeri. Montaggio: Patrizio Marone. Fotografia: Gian Filippo Corticelli. Musiche: Eduardo Cruz.
Interpreti: Penelope Cruz, Emile Hirsch, Mira Furlan, Jane Birkin, Sergio Castellitto, Isabelle Adriani, Adnan Haskovic, Pietro Castellitto
Produttore: Roberto Sessa, Sergio Castellitto.
Distribuzione: Medusa. Origine: Italia, Spagna, Croazia, 2012.
Durata: 127'.
La coppia, nella vita e nel lavoro, formata dall’attore e regista Sergio Castellitto e dall’ex attrice e ora scrittrice Margaret Mazzantini ha all’attivo tre film: "Non ti muovere", "La bellezza del somaro" e "Venuto al mondo"; quest’ultimo è sicuramente il più complesso dal punto di vista realizzativo per ambientazione e vicende, con un cast internazionale e una durata non indifferente.
Una prova difficile da superare ma che Castellitto affronta con professionalità e competenza.
Gemma (Penélope Cruz), va a Sarajevo con suo figlio Pietro (Pietro Castellitto) in occasione di una mostra fotografica in memoria delle vittime dell’assedio, in cui ci sono anche gli scatti di Diego (Emile Hirsch), ex marito di Gemma e padre di Pietro. Tornata in città dopo vent’anni, la protagonista incontra le persone con le quali ha condiviso gioie e dolori, felicità e paura, durante la guerra. Il suo amico Gojko (Adnan Hasković) la accoglie con calore e la riporta dentro quel periodo durante il quale le sono successe molte cose, alcune delle quali ancora sospese.
Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Mazzantini: una scelta non nuova per Castellitto, che per risolvere la questione dell’adattamento intraprende la strada della fedeltà pressoché totale alla storia originale; dei tagli ci sono stati per questioni di durata ma non hanno in nessun modo intaccato la comprensione del racconto. C’è invece qualcosa che con la fedeltà ha poco a che fare: alcuni dialoghi, soprattutto i più salienti, sono stati quasi del tutto modificati a favore di un modo di esprimersi dei personaggi teatrale.
L’autore ci dà prova di grande professionalità e capacità nel gestire un set complesso, con ambientazioni e situazioni non facili da ricostruire (la scenografia di Francesco Frigeri merita una menzione speciale). La forza del film sta chiaramente nella storia e nel contenuto che veicola, ma qualche accortezza in più nella forma non sarebbe dispiaciuta.