Regia: Benh Zeitlin Sceneggiatura: Lucy Alibar, Benh Zeitlin. Musiche: Dan Romer, Benh Zeitlin. Costumi: Stephani Lewis. Scenografia: Alex DiGerlando. Montaggio: Crockett Doob, Affonso Gonçalves. Fotografia: Ben Richardson.
Interpreti: Quvenzhané Wallis, Dwight Henry, Jonshel Alexander, Marilyn Barbarin, Kaliana Brower, Joseph Brown, Nicholas Clark, Henry D. Coleman, Levy, Easterly, Pamela Harper, Kendra Harris.
Produttore: Michael Gottwald.
Distribuzione: Bolero Film.
Origine: USA, 2012. Durata: 92'.
Esistono ancora terre incontaminate in cui sono gli uomini ad adattarsi ai ritmi della natura, e qualche volta queste zone primordiali non sono in lande sperdute, ma nel retrobottega di paesi che si definiscono avanzati e civilizzati. Come gli Stati Uniti. Re della terra selvaggia trova la sua ambientazione in una parte dell'America ritenuta inabitabile, perché a rischio continuo di inondazioni. Per questo viene chiamata dai nativi "Vasca da bagno", perché l'impermanenza fa parte delle loro vite, così come vengono accettati i cicli della vita e della morte.
Re della terra selvaggia è un racconto visto dall'ottica di una piccola protagonista che vive da sola in una piccola roulotte. Suo padre sta in una baracca poco lontana e i due vivono un rapporto affettuoso ma stranamente rude. A contatto diretto con le forze selvagge in cui la bimba è immersa, è facile per lei sviluppare un'immaginazione molto vivace. Questo aspetto si riflette in termini cinematografici in una sorta di realismo fantastico, in cui scorci drammatici, nella loro concretezza, si mescolano a visioni leggendarie di un mondo che forse non è mai esistito, se non nella fantasia degli uomini.
In un certo senso Re della terra selvaggia risponde ai canoni del romanzo di formazione, per cui una giovane protagonista vive una serie di esperienze che la rendono forte, adulta, pronta ad affrontare il mondo. Però in questo caso c'è un tocco particolare nella messa in scena, che non nasconde una realtà brutale pur alternandola a quella poesia che può essere colta solo dall'occhio di una bimba giovanissima. Il risultato è un'opera sontuosa, di grande respiro, del tutto insolita nel panorama cinematografico odierno.
Non capita spesso che un film indipendente riesca a superare i propri limiti e a imporsi in maniera forte e originale. Quando capita, come in questo caso, ci troviamo di fronte a un tesoro che non deve essere perduto.