Regia: Gore Verbinski Sceneggiatura: Justin Haythe, Ted Elliott, Terry Rossio. Montaggio: Craig Wood, James Haygood. Fotografia: Bojan Bazelli. Musiche: Hans Zimmer. Costumi: Penny Rose
Interpreti: Johnny Depp, Armie Hammer, Tom Wilkinson, Helena Bonham Carter, Barry Pepper, William Fichtner, James Badge Dale, James Frain, Ruth Wilson, Harry Treadaway.
Produttore: Jerry Bruckheimer, Gore Verbinski.
Distribuzione: Walt Disney Studios. Origine: USA, 2012. Durata: 135'.
Eccolo, è arrivato il blockbuster dell’estate: "The Lone Ranger", franchise Disney/Jerry Bruckheimer ispirato dall’omonimo, popolarissimo format USA reinterpretato da Gore Verbinski insieme a buona parte della squadra di "Pirati dei Caraibi". Esorbitanti mezzi a servizio della celebre storia che vede protagonisti il "cavaliere" John Reid e il nativo americano Tonto, interpretati dal gigante (196 cm, ndr) buono Armie Hammer e da Johnny "Jack Sparrow" Depp.
È su questi due personaggi che si muove la narrazione, sulla loro amicizia e storia personale, incrociate con le pallottole di Butch Cavendish (William Fichtner) e l’ambizione di Latham Cole (il poliedrico attore britannico, Tom Wilkinson).
Il punto di vista è di Tonto, imbalsamato – o forse no – in un gommoso make-up, che offre la sua versione dei fatti; una testimonianza verosimile – o forse no – che ammalia lo spettatore con una moltitudine di luccicanti sequenze dal ritmo incalzante.
Difficile circoscrivere il registro cinematografico della pellicola, che si muove agilmente tra il più classico dei western, la commedia leggera, drammi sentimentali e azione diluita in un mare di effetti speciali.
Scoppiettante intrattenimento marchiato da zampillante inventiva in grado di catapultare lo spettatore dentro l’avventura fino a fargli avvertire la polvere del Texas. In altri momenti, invece, potrebbe apparire un ridondante pastiche contemporaneo così eccessivo e caotico da risultare, paradossalmente, amorfo. Già, "The Lone Ranger" paga una certa verbosità (oltre a quella tecnica dei 135 minuti di durata, ma è il trend del mercato…) che lo rende a tratti noioso. Che è, appunto, bizzarro per un film che non tira mai il fiato e cerca a tutti i costi – ecco il peccato - il colpo a effetto.
Una scena esemplare in questo senso è la "cavalcata" dei convogli ferroviari sulle note di "Ouverture del Guglielmo Tell": uno show schizofrenico che accatasta tutti i pezzi del gioco, allo scopo di sorprendere e si autocompiace con deliziose citazioni cinefile.
Per chi scrive, però, il bicchiere è senza dubbio mezzo pieno. "The Lone Ranger" è pura, fresca evasione che raccoglie in sala bambini accompagnati (a essere sinceri, c’è forse troppa violenza per i più piccoli) e adulti per due ore di caleidoscopico divertimento.
Dicevamo, è arrivato il blockbuster - spiritoso e non banale - dell’estate: anche se non perfetto, buttalo via.