Regia: Leonardo Pieraccioni Sceneggiatura: Leonardo Pieraccioni, Paolo Genovese. Scenografia: RFrancesco Frigeri. Montaggio: Consuelo Catucci. Fotografia: AFabrizio Lucci. Musiche: Gianluca Sibaldi. Costumi: Claudio Cordaro. Interpreti: Leonardo Pieraccioni, Serena Auteri, Marco Marzocco, Marianna Di Martino, Chiara Mastalli, Giuseppe Maggio, David Sef, Alice Bellagamba, Massimo Ceccherini, Giorgio Panariello.
Produttore: Alessandro Calosci. Distribuzione: TO1 Distribution. Origine: Italia, 2013. Durata: 95'.
Arnaldo (Leonardo Pieraccioni) è un bancario dalla vita tranquilla che scorre tra il lavoro, le serate con gli amici e colleghi Esposito e Giovannelli (Marco Marzocca e Maurizio Battista) e la routine casalinga con la bella moglie Anita (Serena Autieri), le sue due gemelle Martina e Federica e il suo hobby: riparare giocattoli vintage. Ci vorrà un equivoco scaturito da una presunta amante affinché Arnaldo si crei una piccola fuga dal tran tran quotidiano alla ricerca di una spensieratezza ormai perduta, così cacciato di casa ecco presentarsi l’occasione di andare a vivere in un appartamento con quattro giovani e baldi universitari: Camilla (Marianna Di Martino), Edoardo (David Sef), Anna (Chiara Mastalli) e Marco (Giuseppe Maggio). Gli studenti accoglieranno “l’attempato” nuovo coinquilino senza farsi troppi problemi. Inizierà così per Arnaldo un nostalgico viaggio a ritroso nel tempo e invece che fargli rimpiangere il passato riuscirà a fargli apprezzare il presente e a pensare di nuovo con entusiasmo al futuro.
Il percorso artistico di Leonardo Pieraccioni segna una delle sue migliori tappe nella maturità con un film sornione dall’intrigante fil rouge nostalgico che per guardare avanti sceglie, come il suo protagonista, di sbirciare verso il passato, cogliere reminiscenze che provano a ripescare la spontaneità vincente dell’esordio con I laureati, tralasciando tutta la serie di film fotocopia confezionati dopo lo strabordante successo de Il ciclone, pellicola senza dubbio divertente nel suo rutilante baillame al femminile, ma rea di aver instradato Pieraccioni su un percorso comodo su cui adagiarsi.