Regia e sceneggiatura: Luca Miniero. Scenografia: Monica Vittucci . Montaggio: Valentina Mariani . . Costumi: Eleonora Rella . Fotografia: Federico Angelucci. Musiche: Umberto Scipione
Interpreti: Paola Cortellesi, Rocco Papaleo, Luca Argentero, Angela Finocchiaro, Ale, Franz, Giselda Volodi, Marco Marzocca, Massimo De Lorenzo, Salvatore Misticone.
Produttore: Riccardo Tozzi, Giovanni Stabilini, Marco Chimenz.
Distribuzione: Warner Bros.
Origine: Italia, 2013.
Durata: 100 '.
Quella di Cristina (Paola Cortellesi) sembra una vita perfetta: un marito in carriera (Luca Argentero) in attesa di un’importante promozione, due splendidi figli e un’incantevole casa in una suggestiva località dell’Altitalia, metaforico nido a cornice di un sogno “domestico” finalmente realizzato. Cosa potrebbe andare mai storto? La risposta è nel destino beffardo che pone Cristina di fronte alle sue radici meridionali di cui si è sempre vergognata e lo fa nel modo più eclatante possibile, portandole in casa il fratello Ciro (Rocco Papaleo), un ladruncolo di mezza tacca coinvolto in un processo per camorra. In attesa dell’udienza Ciro dovrà trascorrere gli arresti domiciliari proprio in casa della sempre più disperata Cristina, che nel frattempo dovrà spiegare alla sua famiglia come mai il defunto zio Ciro non è morto e soprattutto perchè è l’esatto opposto dell’integgerima persona da lei descritta.
Dopo la separazione dal partner Paolo Genovese, anche’egli lanciato in una fortunata carriera da solista, il regista partenopeo Luca Miniero torna dietro la macchina da presa reduce dal successo del remake Benvenuti al sud e relativo sequel, per tornare a parlarci, con il consueto humour venato di un filo di malinconia, dello scontro “nord - sud”. Stavolta Miniero amicca al suo fortunato esordio Incantesimo napoletano (co-diretto con Genovese) ponendo al centro della trama la famiglia, il legame di sangue e le radici, che per quanto le si voglia ignorare, vedi la protagonista del film, restano nel tempo forti, indelebili e capaci di inattese reminiscenze emotive. Quello di Miniero è un cinema che qualche cinico per sport definirebbe “buonista” e che noi preferiamo invece definire garbato e in grado di riconciliarci con una odierna commedia italiana. Il film di Miniero punta tutto su un parterre di attori ben amalgamati tra questi un’Angela Finocchiaro dalla vis comica sempre puntuale, l’Alessandro Besentini del duo Ale & Franz in una divertente performance in solitaria, senza dimenticare un adeguato Luca Argentero un po’ in affanno nella fase di “rodaggio” della sua caratterizzazione che non manca di forzature meglio “indossate” dalla Cortellesi, che però acquista punti durante il dipanarsi degli eventi e l’evolversi del personaggio, che una volta abbandonata la sua “maschera” di marito e padre perfettino riesce a guadagnare in scioltezza. Un boss in salotto strappa risate genuine, ma non si limita ad inanellare gag riuscite, è il contrappunto malinconico ben espresso dai personaggi di Papaleo e della Cortellesi a dare all’operazione una marcia in più, gli sguardi velati di nostalgia che fanno capolino tra una battuta e l’altra riescono a regalare sfumature inedite allo smargiasso Ciro Cimmaruta e alla perfettina e irritante sorella Carmela alias Cristina.