Regia: Pascal Chaumeil. Sceneggiatura: Jack Thorne. Scenografia: Chris Oddy. Montaggio: Barney Pillino, Chris Gill. Fotografia: Ben Davis. Musiche: Dario Marianelli. Costumi: Odile Dicks.
Interpreti: Pierce Brosnan, Toni Collette, Imogen Poots, Aaron Paul, Rosamund Pike, Sam Neill, Tuppence Middleton, Joe Cole.
Produttore: Finola Dwyer, Amanda Posey.
Distribuzione: Notorius. Origine: Regno Unito, 2014.
Durata: 110'.
Di questi tempi neanche i tetti per suicidarsi ti lasciano tranquillo. La premessa di Non buttiamoci giù, prima romanzo di Nick Hornby e ora film targato BBC, è che il povero Pierce Brosnan, conduttore di un importante programma televisivo del mattino, caduto in disgrazia dopo una relazione con una quindicenne – “a me sembrava avesse 25 anni, ma ditelo al giudice” -, non può neanche buttarsi in pace da un grattacielo di una banca la notte di capodanno.
Sono tanti gli aspiranti suicidi, in una Londra piovosa e alienante, che si trova altri tre colleghi con le medesime intenzioni: una madre single di mezza età (Toni Collette) provata dall’accudimento del figlio disabile; una ragazza figlia di un politico importante mollata dal findanzato (Imogen Poots), con uno scudo difensivo irriverente ed eccentrico per nascondere la disperazione per la sparizione della sorella maggiore; e infine un rocker fallito interpretato da Aaron Paul, in pausa dalle metanfetamine del suo Jesse Pinkman in "Breaking Bad".
Famiglia disfunzionale per caso - anche se come dice il titolo originale è un lungo viaggio per arrivare fino a terra - decideranno di siglare un patto: nessuno si suiciderà fino al prossimo giorno propizio, San Valentino. Un patto che li avvicinerà, consentendo a noi spettatori di conoscere meglio ognuno di loro e quello che si sono nascosti la prima sera sul tetto, le loro fragilità e debolezze. Prima si sfidano in una gara alla motivazione più solida per razionalizzare il loro (abortito) gesto estremo, poi assistiamo alla proiezione pubblica del loro tentativo. Sono tutti a modo loro vittime due volte, dei loro problemi e della vergogna sociale che questi gli suscitano.
La tipicità della scrittura di Nick Hornby è ben presente nel film, anche se lui non ha partecipato alla sceneggiatura, nella sua scrittura dei dialoghi, ironici e taglienti, ma anche dei personaggi, sempre umani e bisognosi di qualche attenzione in più.
La cosa migliore di Non buttiamoci giù è la freschezza sbarazzina e irrefrenabile dell’emergente Imogen Poots, che sa tenere a bada le sue mossette da Sally Hawkins bionda con il candore di un bel personaggio, tenero, fragile.
Un feel good movie da manuale, il racconto propositivo del riaffermare la propria vita, imparando a convivere con i propri insuccessi e le proprie depressioni, con personaggi piacevoli, battute divertenti, anche se nell’adattamento sul grande schermo si sono smussati gli angoli e la black comedy di Hornby ha preso colore rendendo alla fine più definiti i percorsi di vita dei quattro cavalieri del suicidio mancato