Regia e sceneggiatura: Lucia Puenzo. Fotografia: Nicolas Puenzo. Musiche: Andrei Goldstein, Daniel Tarrab.
Interpreti: Natalia Oreiro, Alex Brendemuhl, Diego Peretti, Elena Roger, Alan Daicz, Guillermo Pfening, Ana Pauls, Florencia Bado, Abril Braunstein, Juani Martinez.
Produttore: Lucia Puenzo, Gudny Hummelvoll.
Distribuzione: Academy 2 Origine: Francia, Spagna, Argentina, Norvegia, 2013.
Durata: 93'.
Tra i giovani cineasti del cinema mondiale Lucía Puenzo, negli ultimi anni, si è fatta notare grazie alla sua poliedricità, costruendosi un nome che - forse – diverrà di primo piano nel panorama internazionale. Alla sua attività di regista e sceneggiatrice, Lucía Puenzo affianca passione per la scrittura di racconti e romanzi.
"Il dottore tedesco" è, infatti, un suo romanzo del 2011 che amalgama fatti storici e finzione narrativa, ispirato alla permanenza in Argentina del medico nazista Josef Mengele, in fuga dalla caccia ai criminali di guerra successiva al 1945. A Bariloche si unisce a una famiglia chiaramente ignara della sua vera identità ed inizia a mostrare un interesse tutto particolare per la figlia, Lilith. Deciso a portare avanti i suoi esperimenti per approdare alla creazione dell’uomo perfetto (viene ricordato il mito dei Sonnenmenschen), vede nella bambina un ottimo terreno su cui lavorare, e ancor di più si convince a restare quando scopre che la madre di Lilith è incinta di due gemelli.
È vero che il soggetto è ormai trito e ritrito, è vero che non si capisce "perché fare ancora film sui nazisti?", ma la Puenzo è molto brava nel tenersi alla larga da stereotipizzazioni eccessive e comunque dalla zona del "già visto". Naturalmente anche sceneggiatrice, riesce a dare compattezza e solidità al prodotto finale sia in qualità di scrittrice che di regista. È di certo un film ambizioso, che tocca temi importanti e delicati, e il coraggio è stato ampiamente premiato dal risultato. L’importanza dell’intreccio non trascura la bellezza delle atmosfere, e i silenzi di contemplazione di quei luoghi sono una goduria mai fine a se stessa, ma funzionale a ritrarre quel mondo, in cui la solitudine regna sovrana. È la desolazione e la vuotezza che si leggono negli occhi del bravo Alex Brendemühl, interprete del medico, che insieme al resto del buon cast fa parte di questo coro di attori, molti dei quali danno voce a personaggi piuttosto interessanti, anche se non è certo questa la forza del film, che piuttosto risiede nella delicatezza, nell’eleganza della messa in scena, ma anche nell’essere avvincente e diretto. Non mancano sicuramente dei difetti, delle sbavature (qualcuno mi spieghi il perché di quella musica nel finale), ma nella sua totalità "The German Doctor - Wakolda" va promosso a pieni voti.