Regia e sceneggiatura: Sylvain Estibal. Scenografia: Felicity Good. Montaggio: Damien Keyeux. Fotografia: Romani Winding. Musiche: Aqualactica, Bolgie Balagan.
Interpreti: Sasson Gabay, Baya Belalì, Myriam Tekaia, Ulrich Tukur, Khalifa Natour, Gassan Abbas
Produttore: Franck Chorot, Benito Mueller.
Distribuzione: Parthenos. Origine: Francia, Germania, Belgio, 2011.
Durata: 99'.
Scritto e diretto da Sylvain Estibal, Un insolito naufrago nell'inquieto mare d'Oriente racconta la storia di Jafaar, un povero pescatore di Gaza, che una mattina - dopo una tempesta - ritrova impigliato nella sua rete un maiale vietnamita, animale considerato impuro dall'Islam. Intenzionato a liberarsi quanto prima dell'animale, Jafaar è portato dalle circostanze a tentar di guadagnare qualche soldo sfruttando le capacità riproduttive del maiale e portandolo nei luoghi più inaspettati. Uruguayano di origine, Estibal ha attinto ai propri ricordi e agli aneddoti raccontati da un amico per unire fantasia e realtà e dare corpo a un racconto che mette in luce le difficoltà che si vivono nella striscia di Gaza.Nato in seguito a un lavoro da fotografo realizzato nel 2004 a Hebron da Estibal, Un insolito naufrago nell'inquieto mare d'Oriente prende una prima forma nel momento in cui il regista ha donato due telecamere a due famiglie, una palestinese e l'altra israeliana, che vivevano a pochi metri di distanza con il compito di riprendere la loro vita quotidiana. Dopo un anno di osservazione, ognuna delle due famiglie ha visto le immagini riprese dall'altro nucleo, scoprendo quanto simili fossero le loro esistenze nonostante le differenze di cultura e religione.
Ispirato per molti versi al cinema di Charles Chaplin (e in particolare a Il grande dittatore), Un insolito naufrago nell'inquieto mare d'Oriente può essere descritto come un umoristico grido di rabbia, che mette in evidenza il desiderio di cambiare la situazione in cui versano gli abitanti della striscia di Gaza e di infondere in loro il desiderio di una ribellione non violenta contro la politica che decide delle sorti di tutti. Nel film, israeliani e palestinesi sono uniti dal loro comune rifiuto del maiale, che (in maniera divertente) finisce invece per unirli, creando un legame indissolubile tra le due comunità. Senza schierarsi per nessuna delle due parti e senza alcuno stereotipo, Un insolito naufrago nell'inquieto mare d'Oriente è soprattutto un'opera contro l'assurdità del conflitto israelo-palestinese e a favore della dignità umana.