Regia e sceneggiatura: Cédric Klapisch. Montaggio: Anne-Sophie Bion. Fotografia: Natasha Braier. Musica: Christophe Minck. Costumi: Anne Schotte.
Interpreti: Romain Duris, Audrey Tautou, Cécile De France, Kelly Reilly, Sandrine Holt, Flore Bonaventura, Jochen Hagele, Benoit Jacquot, Pablo Mugnier-Jacob, Margaux Mansart.
Produttore: Bruno Levy.
Distribuzione: Academy2.
Origine: Francia, USA, Belgio, Italia. 2013.
Durata: 94’
Xavier Russeau vive a Parigi, ha quarant'anni, una moglie, due figli e una crisi da gestire. Wendy, la sua compagna, lo sta lasciando per un fidanzato ricco e americano con cui si trasferisce presto nel cuore di Manhattan. Deciso a crescere i suoi bambini e ad occuparsi della loro educazione, Xavier lascia Parigi per New York dove ricomincia da zero. Lo accolgono e lo assistono Ju e Isabelle, l'amica lesbica che desiderava un figlio e a cui ha donato il seme. Accomodato molto presto in un appartamento di Chinatown, Xavier scrive il suo romanzo, si prende cura dei suoi figli, firma le carte del divorzio, organizza un matrimonio bianco per ottenere la cittadinanza americana, resiste alle pressioni dell'ufficio immigrazione e ospita Martine, la sua prima fidanzata in viaggio di 'affari' a New York. La vita per lui sembra complicata e complicarsi ma il lieto fine è dietro l'angolo e all'ombra dei grattacieli.
Rompicapo a New York è il terzo atto di una saga avviata nel 2002 con L'appartamento spagnolo, cult pop della generazione Erasmus. Successo di pubblico e plauso di critica, il college-movie per il Vecchio Continente ispirò a Cédric Klapisch un seguito euro-sentimentale, che trasferiva Xavier Russeau a San Pietroburgo o lo 'interrompeva' loser e indeciso in amore (Bambole russe). Dodici anni dopo l'esperienza comunitaria a Barcellona, in compagnia di Isabelle, Wendy e Martine, capisaldi indiscussi della sua vita, Xavier è diventato padre e scrittore eternamente in fuga e lontano dal punto di partenza. Espatriato dall'altra parte dell'Oceano, spetta a New York questa volta accoglierne la precarietà esistenziale e svolgerne la biografia conclusiva (ha promesso il regista).
Rompicapo a New York come L'amore fugge (quinta e ultima avventura di Antoine Doinel) comincia da una fine provvisoria. Fine formalizzata con un divorzio consensuale pari a quello che fece scalpore nel film di Truffaut. A fuggire nella commedia 'rompicapo' di Klapisch è l'amore, che nondimeno rientra nell'appartamento sempre spalancato di Xavier, impegnato con la ex moglie, con il primo amore e con la vecchia amica. Erede incantato di Antoine Doinel, Xavier Russeau è un uomo del suo tempo che ha bisogno di fare pace con la vita. Interpretato dal medesimo attore (Romain Duris) nello spazio di dodici anni, Xavier oscilla tra passato e presente. Un presente in cui vorrebbe radicarsi e trovare 'casa' mentre fa il punto della situazione, riepilogando per il pubblico i precedenti. La voce fuori campo di Romain Duris rinforza allora i flashback, che riassumono in foto, parole e immagini i brani di vita del suo personaggio. La ripresa del passato permette di misurare la psicologia attuale del protagonista e quella delle 'sue' donne, ristabilendo la verità dentro un romanzo 'autobiografico' di cui Xavier condivide la creazione.
Come per i capitoli precedenti, la presenza femminile è decisiva nella vita del protagonista, che sperimenta e testimonia il caotico carosello che è diventata la famiglia a seguito dell'instabilità coniugale, dell'evoluzione dell'identità, del protagonismo femminile, dell'aumento delle convivenze more uxorio, della riduzione della fecondità, della pluralizzazione dei modelli familiari (le famiglie monogenitore, uni personali, ricostituite, 'di fatto'). Soggetto coinvolto nella vita dei figli e in quella delle sue compagne, interpretate ancora una volta da Kelly Reilly, Audrey Tautou e Cécile de France, Xavier incarna un'avventura umana eccezionale che dovrà decidersi ad andare da A a B.
E se ieri il punto critico era quello da cui partire, oggi è quello a cui arrivare. Un luogo fisico e ideale dove costruire e 'abitare'. Perché Xavier come Manhattan, che si risolleva alle sue spalle, è under construction.