Regia: Michele Alhaique. Sceneggiatura: Andrea Garello, Michele Alhaique, Emanuele Scaringi. Scenografia: Sonia Peng. Montaggio: Tommaso Gallone. Fotografia: Ivan Casalgrandi. Musiche: Luca Novelli. Costumi: Mariano Tufano.
Interpreti: Pierfrancesco Favino, Greta Scarano, Claudio Gioè, Adriano Giannini, Ninetto Davoli, Iris Peynado.
Produttore: Maurizio Piazza, Alexandra Rossi, Pierfrancesco Favino. Distribuzione: Bim Distribuzione.
Origine: Italia., 2014. Durata: 90'.
Mimmo fa il muratore e vive a stretto contatto con un ambiente criminale capeggiato dallo zio e dal cugino. Costretto, a malincuore, a dar loro una mano nelle loro attività, incontra un giorno Tania, giovane ragazza chiamata ad ‘intrattenere’ il cugino, con la quale si ritroverà in un’avventura imprevista.
Il film di Alhaique ha un’innegabile vitalità, un cuore pulsante che, nonostante tutto, solleva il film dall’anonimato e lo distingue da buona parte dei prodotti a lui affini per stile e contenuto. Questa forza è riposta nello sguardo affettuoso che il regista ha sui personaggi e in quelle scelte che indirizzano il film verso l’intimo e il sentimento, verso il racconto di due spiriti solitari che s’incontrano, piuttosto che nell’affresco approssimativo della vita criminale.
Alhaique ha la fortuna di centrare in pieno la caratterizzazione del protagonista e la scelta dell’attore: il Mimmo di Pierfrancesco Favino è un personaggio a cui ci si affeziona per quel mix di malinconia ed efferatezza che lo contraddistingue. Il ‘physique’ dell’attore contribuisce a creare l’immagine di un gigante scorbutico e capace di improvvisi scoppi di violenza, ma con desideri e fragilità che arriviamo a percepire in maniera autentica. L’incontro con la giovane ragazza e il legame che gradualmente va’ ad instaurarsi tra i due è interessante per come s’inserisce all’interno della struttura del film e per come agisce sul carattere dei due personaggi: dopo uno snodo narrativo che condiziona in maniera determinante la loro esistenza, Alhaique sviluppa il rapporto tra Mimmo e Tanya come se fosse indipendente dalle circostanze contingenti e dal contesto. I drammi e le sofferenze che li rincorrono diventano marginali rispetto alla scoperta reciproca l’uno dell’altra, che ci viene mostrata in modo sommesso e delicato, con la giusta tempistica e una sorprendente sensibilità.
Così, allora, nonostante il sangue scorra e le lacrime anche, l’importante è quella scintilla che accende due corpi e due sguardi, unendoli, anche se per poco, in una lotta co