Regia: Alessio Maria Federici. Sceneggiatura: Luca Miniero, Elena Bucaccio. Montaggio: Alessio Doglione. Fotografia: Fabriazio Lucci. Musica: Paolo Buonvino. Costumi: Alessandro Lai. Scenografia: Marta Maffucci.
Interpreti: Raoul Bova, Luca Argentero, Carolina Crescentini, Miriam leone, Sergio Assisi, Eleonora Gaggero, Michela Andreozzi, Massimo De Lorenzo, Augusto Zucchi, Vanni Bramati.
Produttore: Matilde e Luca Bernabei.
Distribuzione: 01 Distribution.
Origine: Italia, 2014.
Durata: 93’
Raoul Bova e Luca Argentero si sono trovati a recitare insieme per la prima volta e battuta dopo battuta, fra lotte a colpi di cuscini e riscoperte, hanno finito per diventare amici. Ma amici per davvero, molto al di là delle facce e delle pacche di circostanza. Certo, Argentero s’è dovuto rassegnare al fatto che “se c’è Bova, qualsiasi maschio alfa viene annullato” e ha visto qualche certezza crollare; Raoul, da parte sua, ha dovuto riconoscere che certe volte si tormenta troppo, assorbe tutto, non riesce a farsi scivolare le cose addosso. Però incontrare quella peste di Luca gli ha fatto bene, perché ha scoperto che dietro l’immagine da cialtrone (ed è lui stesso a usare questa definizione) c’è una bella persona. Bella persona e brava.
L’approccio è quello prediletto da Federici, che crede molto nella forza dei racconti ispirati da ciò che accade nella vita reale; il valore aggiunto è quella spruzzata di magia in base alla quale Pietro (Bova), a causa di un incidente, si trasforma da chirurgo freddo, insensibile e iperattivo in una sorta di angelo, regredisce allo stato di adolescente ma è un adolescente incontaminato, che agisce di pancia e di cuore e finisce per “contagiare” suo fratello Francesco (Argentero), Peter Pan che l’ha sempre detestato, è allergico alle responsabilità ed è incapace di amare. E poi c’è Giulia (Crescentini), l’ex moglie di Pietro, che per vendetta ha commesso un gesto imperdonabile e ha visto così il proprio matrimonio andare in mille pezzi. Allora ha cercato di ricostruirsi la vita scegliendo un uomo per cui non prova nulla (Sergio Assisi), ma che è ricco e devoto. Illusioni, solo illusioni. Giulia è “il simbolo di chi si accontenta”, spiega la sua interprete, ma è anche una donna che viene scelta di nuovo dall’unico uomo per cui ancora vibra e quasi non ci crede. Ma accade davvero. C’è Sofia (la Leone), insegnante di yoga nonché vicina di casa del suddetto Peter Pan, che nonostante le resistenze iniziali finisce nella sua rete e versa lacrime amare… Ma forse no, non sono poi così amare quelle lacrime…Perché in fondo, scavando, si comprende che questo è un film sul perdono. Sulla diffusa incapacità di perdonare e di dare all’altro una seconda possibilità. Eppure, se il respiro si facesse più calmo, se l’orgoglio fosse meno prepotente, se le punizioni venissero svuotate di senso per lasciar spazio agli abbracci (quelli sfacciati, temporaleschi, gratuiti)… Beh, forse vivremmo tutti un po’ meglio.