Regia: Riccardo Milani Sceneggiatura: Giulia Calenda, Paola Coltellesi, Furio Andreotti, Ivan Cotroneo, Riccardo Milani.. Montaggio: Patrizia Ceresani. Fotografia: Saverio Guana.. Musica: Andrea Guerra.. Costumi: Alberto Moretti.. Scenografia: Maurizio Leonardi..
Interpreti: Paola Coltellesi, Raoul Bova, Lunetta Savino, Cesare Bocci, Marco Bocci, Enrico Fantastichini, Stefania Rocca..
Produttore: : Federica e Fulvio Lucisano.
Distribuzione: 01 Distribution.
Origine: Italia, 2014.
Durata: 106’
Una commedia sociale all’italiana. “Scusate se esisto” è un film di grande sensibilità, dove trovano voce molti problemi dell’Italia contemporanea, affrontati con il pieno di risate.
La regia è affidata a Riccardo Milani, mentre la protagonista femminile, anche sceneggiatrice, è Paola Cortellesi, qui nuovamente in grande spolvero dopo “Sotto una buona stella” (2014) e “Nessuno mi può giudicare” (2011), per il quale vinse il David Di Donatello come Miglior Attrice protagonista. Il protagonista maschile è proprio quel Raoul Bova che tanto bene fece coppia con lei in quel lungometraggio e che qui troviamo impegnato in una parte delicata ed inusuale per un sex symbol come lui: quella dell’omosessuale.
La storia è una fotografia crudele, ma al contempo divertente, sulla crisi dei giorni nostri. I giovani non hanno speranza e per emergere debbono recarsi all’estero, abbandonando il loro paese natio. E’ il caso della talentuosa architetta Serena Bruno (Paola Cortellesi), che costruisce una carriera di successi a Londra e in giro per il mondo. La mancanza del sole e del bel paese la spingono a tornare indietro dando alla sua vita una svolta incredibile ed inaspettata.
La sceneggiatura per una volta non segue i percorsi tradizionali, ma fa si che il cuore sorpassi il dio denaro e la ragione. Una scelta di sentimenti forte che, purtroppo, spesso i ragazzi di oggi non possono e non vogliono fare. Fuggire è spesso la soluzione più semplice, ma che sia la meno dolorosa e quella corretta non è dato saperlo. Quello che sappiamo con certezza è che siamo davanti a una delle migliori commedie dell’anno, un’opera che si incastona come una luce nel recente panorama italico dando ad esso nuova linfa. Il ritorno in Italia della giovane abruzzese non è tutto rosa e fiori, anzi, il suo motorino d’epoca stile “era quello di papà” è un rimando al paese di una volta. Durante l’ennesima “nuova attività professionale” per tirare avanti conosce Francesco (Raoul Bova), dipinto come il casanova della ristorazione. Quello che non sa è che sotto la camicia non tutto è come sembra…infatti, potete vedere finalmente, dopo tante illazioni, un bacio gay. Il quarantenne più desiderato dalle signore italiane viene immortalato in tenere effusioni con i tanti compagni occasionali, con nomi di chat quali sbev72 e leccopiedi85. Tra gli amanti quello più profondo, e con cui Francesco instaura un legame speciale è Nicola, interpretato da Marco Bocci.
La storia d’amore tra Francesco e Serena non è convenzionale e va ad affrontare quella tematica molto delicata delle coppie di fatto. I due vivono insieme, quasi in simbiosi, mostrando un affetto e un amore vero. Non sessuale, visto l’orientamento di lui, anche se lei più di un pensierino sembra mostrarlo (alla fine riesce a scoprire quali sono i deltoidi).
Il progetto chilometro verde con cui Serena rilancia la sua vita è un sospiro verso la sopravvivenza reale di uno dei quartieri più martoriati della Capitale, quel Corviale famoso per droga e delinquenza. Li però ci sono persone vere, “non figurine con cui riempire scatole d’aria”, e questo progetto è la speranza per una vita migliore. La voglia della donna va a scontrarsi con un mondo del lavoro avverso alla meritocrazia femminile, infatti, dall’imbroglio sull’identità di Bruno Serena nasce l’equivoco più divertente.
Corrado Fortuna, altro architetto che si innamora della protagonista, e Ennio Fantastichini, il datore di lavoro sfruttatore della donna, sono i due personaggi più sinceri, nonostante così opposti tra loro.
Lunetta Savino è l’esempio vivente della grande donna dietro al grande uomo, ma la domanda che tutti si pongono è del perché questa tradizione continui nascondendo le loro grandi doti lavorative. Una pellicola vera come lo sguardo di un bambino; risate cariche di un importante significato e in grado di dare il notevole bacino di risonanza per la battaglia sulle periferie e sui diritti civili tramite le sale cinematografiche.
Uscirete da questo film con qualcosa in più e, forse, è questa la vittoria che si prepone un regista quando si mette dietro la macchina da presa.