Regia e sceneggiatura: Theodore Melfi. Fotografia: John Lindley. Montaggio: Peter Teschner e Sarah Flack. Musica: Theodore Shapir. Scenografia: Inbal Weinberg. Costumi: Kasia Walicka Maimone.
Interpreti: André Dussollier, Niels Arestrup, Burghart Klausner, Robert Stadlober, Charlie Nelson, Jean-Marc Roulot, Stefan Wilkening, Thomas Arnold, Lucas Prisor.
Produttore: Peter Chernin, Jenno Topping.
Distribuzione: Eagle Pictures.
Origine: USA, 2014.
Durata: 102'
Vincent è un pensionato al verde che si divide tra le bevute al bar, le scommesse all’ippodromo e le compagnie dell’incinta amica-prostituta Daka. Dopo un’ennesima sbronza, si sveglia una mattina con i rumori di un’imbranata coppia di operai di una ditta di traslochi e scopre di avere due nuovi vicini: l’appena separata Maggie e suo figlio Oliver. Maggie, dovendo ormai mantenere da sola l’economia familiare, lavora più del previsto, e, prima per fatalità, poi attraverso un accordo economico, decide di affidare suo figlio al nuovo “baby-sitter”: Vincent. Oliver sembra capire veramente e fino in fondo sin da subito il burbero vicino, e presto tra i due si instaurerà un rapporto di singolare complicità. Vincent porta Oliver nei suoi giri quotidiani non sempre adatti ad un bambino della sua età, facendolo sedere al bancone del bar, insegnandogli a scommettere e a picchiare (per difendersi) e soprattutto portandolo in un ospizio a trovare una donna malata di Alzheimer con la quale Vincent si finge amorevolmente dottore. Seppur in modo anticonvenzionale e tutto suo, Vincent sembra insegnare delle cose di valore al ragazzino, che recepisce e si diverte. Quando però Maggie verrà a conoscenza delle esperienze fatte dal figlio e quando alcuni creditori di Vincent inizieranno a farsi più insistenti e invadenti, le cose inizieranno a complicarsi...
Theodore Melfi, dopo svariati anni di cortometraggi e soprattutto spot di successo esordisce da regista e sceneggiatore sul grande schermo con una storia che prende parziale spunto da un fatto autobiografico. Il risultato è un film riuscito: St. Vincent è una pellicola godibilissima e adatta a tutti, che fa della semplicità narrativa e della linearità una scelta quasi programmatica. Per una regia che non offre soluzioni di particolare rilievo, va segnalata una sceneggiatura simpatica e ben scritta, capace di rendere il film frizzante in tutti i suoi 102 minuti. Simpatico, commovente e lineare, S. Vincent è un film che non può che mandare a casa soddisfatto uno spettatore alla ricerca di una commedia divertente e ben fatta, come testimoniato dal secondo posto al Toronto Film Festival 2014 nella sezione dedicata alle scelte del pubblico.