Regia: Ira Sachs. Sceneggiatura: Ira Sachs, Mauricio Zacharias. Fotografia: Christos Voudouris. Montaggio: Affonso Gonçalves, Michael Taylor. Musica: Susan Jacobs. Scenografia: Amy Williams. Costumi: Arjun Bhasin.
Interpreti: John Lithgow, Alfred Molina, Marisa Tomei, Charlie Tahan, Cheyenne Jackn, Manny Perez, Darren Burrows.
Produttore: Lucas Joaqun, Lars Knudsen.
Distribuzione: Eagle Pictures.
Origine: USA, 2014.
Durata: 102'
Ben e George, l'uno settantunenne, l'altro intorno ai sessanta, vivono insieme da 39 anni, e le loro esistenze sono profondamente interconnesse: la prima scena del film li vede dormire insieme, braccia e gambe intrecciate, come è intrecciata la loro quotidianità in un appartamento di Manhattan elegantemente decorato. Ben è un pittore, George insegna pianoforte e dirige il coro dei ragazzi di una scuola cattolica. Tutti sembrano accettare serenamente la loro convivenza: gli amici, i parenti, i genitori degli studenti di George, il preside della scuola cattolica. Ma quando Ben e George decidono di coronare la loro storia d'amore con un matrimonio, l'idillio si spezza. La Chiesa cattolica, che aveva dimostrato tanta privata tolleranza, licenzia George in tronco per aver pubblicamente ufficializzato l'esistente, trattandolo come se "essere se stessi fosse disdicevole", come sintetizza l'insegnante con quieta lucidità. L'ammanco dello stipendio di George crea un'emergenza domestica: i neo coniugi non possono più permettersi la loro bella casa e devono trovare una soluzione più adeguata alla nuova situazione economica. E poiché la loro casa viene subito acquistata mentre quella futura non è così facilmente reperibile, i due sono costretti a dividersi e a farsi ospitare dai membri della loro cerchia: Ben alloggerà presso il nipote Elliott, George presso una coppia di poliziotti. Entrambi scopriranno "come sa di sale... lo scendere e 'l salir per l'altrui scale", sentendosi l'uno invaso dal caos che improvvisamente lo circonda (George), l'altro "di troppo" rispetto al precario equilibrio della famiglia che lo accoglie (Ben).
Qualunque sitcom o film piacione hollywoodiano avrebbe raccontato questa storia come una farsa, con tanto di siparietti (o battutacce) gay. Molti film indipendenti avrebbero invece forzato l'aspetto pedagogico, accentuando in positivo il valore trasformativo della presenza di Ben e George nelle "vite degli altri". Ira Sachs, uno dei registi americani indipendenti più riconoscibile per toni e obiettivi artistici, non cade invece in nessuna delle due trappole, scegliendo di raccontare la vita come è, non come vorremmo che fosse, o accompagnata dalle risate registrate. Dunque il disagio di tutti i personaggi appare autentico, il dispiacere di Ben e George nel rimanere lontani è palpabile, le difficoltà logistiche di trovare casa in una delle città più concupite del pianeta, malgrado la crisi immobiliare, sono reali: I toni dell'amore è anche la quintessenza della New York story, imbevuta di genuino amore per la città, cartina di tornasole della nostra epoca estetizzante e crudele.
Sachs racconta una storia d'amore profondo in toni gentili e pazienti chiedendo al pubblico di esserlo altrettanto, e di dare alla visione del suo film tutta la cura e l'attenzione necessari per non cedere alla lentezza e all'apparente mancanza di svolte narrative.