Regia e sceneggiatura: Dan Gilroy. Fotografia: Robert Elswit. Montaggio: John Gilroy. Musica: James Newton Howard. Scenografia: Kevin Kavanaugh. Costumi: Amy Wescott.
Interpreti: Jake Gyllenhaal, Rene Russo, Bill Paxton, Ann Cusack, Eric Lange, Kevin Rahm, Kathleen York, Anne McDaniels, Riz Ahmed, Jamie McShane, Jonny Coyne.
Produttore: Jennefir Fox, Tony Gilroy.
Distribuzione: Notorius Pictures.
Origine: USA 2014.
Durata: 117'
Louis Bloom (Jake Gyllenhaal) è un ladruncolo che scorrazza per le strade notturne di Los Angeles, ruba di tutto per sopravvivere, in particolare il ferro e il rame, ma una sera per caso assiste ad un incidente stradale e nota un uomo che con una telecamera cerca di catturare i dettaglio dell’incidente. Improvvisamente ai suoi occhi si apre una nuova possibilità di lavoro, capisce che può filmare i fatti di cronaca e rivenderli ai network televisivi. Si procura una telecamera e una radio della polizia e inizia a girare per la città alla ricerca di incidenti o fatti di cronaca nera. Lentamente la sua mente comincia a fare progetti per il futuro, inizia il suo inseguimento verso il successo, i soldi e non gli importa della legge o dell’etica. L’incontro con Nina (Rene Russo), la responsabile delle morning news di una importante emittente televisiva lo aiuterà a capire come operare ed è così che assume il giovane Rick (Riz Ahmed), come assistente per farsi aiutare nelle riprese notturne.
Louis è spietato, non prova nulla, è un uomo solitario chiuso in sé che persegue il suo obiettivo e per farlo è pronto ad aiutare il veterano camerman Joe (Bill Paxton) suo rivale, ad uscire dalla scena, con un piccolo incidente, oppure a spostare il corpo di un ferito per avere una ripresa migliore. Una notte però riesce ad arrivare ad un’abitazione dove è avvenuta una sparatoria, prima della polizia e a filmare addirittura i due assassini. Ecco lo scoop che lo renderà famoso!
Con gli occhi sempre spalancati è un calcolatore, subdolo e immorale, violento e untuoso, suadente e inarrestabile. E’ un sociopatico ossessionato dal successo, incapace di rapportarsi agli altri o avere un minimo di compassione o coinvolgimento emotivo, troppo preso dalla sua scalata personale verso il “Sogno Americano”. Nonostante tutto è il vincente, non c’è un eroe a lui contrapposto, perché è lui stesso l’eroe, emblema e frutto della società moderna, che pensa solo al successo ossia al denaro. E’ alienato e incapace di migliorare. Il film presentato alla sezione “Mondo Genere” del Festival Internazionale del film di Roma è incalzante e attento al dettaglio, è chiaro che al regista Dan Gilderoy non interessa fare una morale sui media, ma semplicemente vuole raccontare ciò che avviene in questo mondo dominato dallo share. Non vi è pentimento, né salvezza perché il mondo dell’audience non guarda il faccia nessuno.
L’etica giornalistica e la morale umana fanno capolino in un personaggio spalla che non ha però abbastanza forza da potersi imporre e spingere a riflettere. E’ chiaro, fin da subito, che è la ricerca dello scoop che crea un circolo vizioso i cui protagonisti sono appunto Louis e Nina, lui alla ricerca di immagini sempre più forti e lei che non si fa scrupoli a manipolare l’informazione per colpire lo spettatore.