Ormai il film di Allen è una sorta di rito autunnale. Il cineasta newyorkese ogni anno sforna una nuova pellicola che, seppur con alti e bassi, mantiene sempre un livello decoroso. Personalmente l'Hollywood Endings dell'anno scorso non mi aveva esaltato, mentre quest'anno il prodotto è decisamente più godibile. Tutto molto confortante a partire dai classici titoli in bianco su sfondo nero accompagnati dall'onnipresente jazz; gli attori sempre in rigoroso ordine alfabetico (che guarda caso garantisce al buon "Allen" il primo posto - salvo eventi clamorosi) fino alle carrellate sull'amatissima New York.
Il protagonista Jerry Falk - un Jason Biggs rigenerato dopo l'orrore a stelle e strisce targato American Pie - potrebbe ricordare lo stesso Allen con le sue nevrosi, le sue insicurezze e le interminabili sedute di psicanalisi, ma non è che uno specchietto che consente all'autore di diventare lo psicologo di se stesso; infatti nei panni di David Dobbel elargisce al povero perle di saggezza su come affrontare la vita.
Jerry è uno scrittore che tira avanti con copioni per cabarettisti notturni, ma che vorrebbe qualcosa di più. Purtroppo l'incapacità di imporsi è alla base di tutti i suoi fallimenti o meglio delle mancate realizzazioni come il rapporto con il suo agente Harvey (Danny de Vito), un incapace totale, o meglio una sorta di Jerry Maguire con tendenza da sarto. Anche la vita con la sua compagna Amanda (Christina Ricci) risente pesantemente di queste sue insicurezze. Di fatto Jerry è la banderuola di Amanda che nel suo egoismo scarica su di lui frustrazioni e problemi, non ultima la madre Paula (Stockard Channing). Del tutto casualmente Jerry incontra David (Allen) sessantenne scrittore come lui, ma apparentemente meno vittima di se stesso. David è deciso a dare una svolta alla sua vita ed a trascinare con se Jerry verso un nuovo modo di vivere. L'amore a prima vista forse non è poi così perfetto.
Un ritmo sempre ben bilanciato, condito dalle caustiche battute in puro stile Allen, in grado di risollevare qualunque momento "morto", rendono la commedia molto godibile e non solo per i fans. E poi l'escamotage di Biggs che si rivolge direttamente agli spettatori, assurti anche loro a ruolo di psicoterapeuti aggiunge quel pizzico di coinvolgimento in più.
Sceneggiatura: Woody Allen. Fotografia: Darius Khondji. Montaggio: Alisa Lepselter. Interpreti: Woody Allen, Jason Biggs, Danny De Vito, Jimmy Fallon, Christina Ricci, Diana Krall. USA, 2003.