Regia: Alan Rickman. Sceneggiatura: Alison Deegan, Alan Rickman, Jeremy Brock. Montaggio: Nicolas Gaster. Fotografia: Ellen Kuras. Musica: Peter Gregson. Costumi: Joan Bergin. Scenografia: James Merifield.
Interpreti: Kate Winslet, Matthias Schoenaerts, Alan Rickman, Stanley Tucci, Jennifer Ehle, Helen McCrory, Steven Waddington, Danny Webb, Pauline Moran.
Produttore: Gail Egan, Andrea Calderwood.
Distribuzione: Eagle Pictures.
Origine: Regno Unito, 2014.
Sabine De Barra, donna e non nobile, è in lizza per un incarico alla corte di Luigi XIV. Il sovrano e la sua cerchia stanno per trasferirsi a Versailles e l'artista di corte André le Notre, nonostante il disappunto iniziale, sceglie proprio Madame De Barra per realizzare uno dei giardini principali del nuovo palazzo. Mentre lei cerca di fare i conti con una tragedia del passato, Le Notre li fa con il disagio del suo presente. La malinconia di lui, attrae Sabine, mentre la tenacia di lei, e la sua sincerità, le avvicinano André.
Il titolo originale, A Little Chaos, non fa il paio con quello normativo che ha scelto la distribuzione italiana: in fondo, Alan Rickman non voleva probabilmente dettar legge in campo cinematografico, bensì confezionare un piccolo film originale, nel quale vestire "modestamente" i panni del Re Sole. E se suona contraddittorio, è perché Le regole del caos è un progetto che si regge da cima a fondo su un balletto di contraddizioni, a partire dalla manciata di grandi attori anglofoni che giocano a fare i massimi francesi. La corte di Versailles, poi, non si direbbe certo lo sfondo ideale di un film di (relativamente) piccolo budget, ma in questo senso la scommessa è vinta, perché, pur girando esclusivamente in Inghilterra, il regista e la sua troupe tecnica sono riusciti a ricreare le dinamiche estetiche e relazionali della corte con gusto e autenticità.
Teatrale nell'impostazione, come da scena madre tra Sabine e il re nel frutteto, esplicito nel sottotesto, con la protagonista nobile d'animo di contro ad una nobiltà di sangue meschina e capricciosa, e comoda nei suoi abiti senza corsetto perché lavora e non sta a guardare, il film di Rickman è effettivamente, nonostante tutto, un oggetto originale, in virtù principalmente del suo soggetto: la sfida sociale e creativa di una paesaggista alla corte del Re Sole. Peccato che la sceneggiatura non si accontenti di essere un gioco che si prende sul serio, come una danza a Versailles, ma si carichi del peso di fantasmi familiari e drammi ingombranti, fuori tema e fuori stile.
Kate Winslet da sola ha la forza di farci credere qualunque cosa, ed è senza dubbio lei a salvare dall'annegamento Matthias Schoenaerts, anche se il film racconta il contrario. Solo Stanley Tucci è in grado di rubarle la scena: nell'interpretare il Duca D'Orleans, fratello del re, è evidentemente il più felice della compagnia, nonché il più à l'aise.
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