Regia: Giorgia Cecere. Sceneggiatura: Giorgia Cecere, Pierpaolo Pirone. Montaggio: Annalisa Forgione. Fotografia: Claudio Cofrancisco. Scenografia: Giorgio Barullo. Musica: Donatello Pisanello. Interpreti: Isabella Ragonese, Alessio Boni, Piera Degli Esposti, Paolo Sassanelli, Tatiana Lepore, Faysal Abbaoul. Produttore: Donatella Botti. Distribuzione: Lucky Red. Origine: Italia, 2015.
Un casa, un marito, un figlio e un lavoro come fioraia. La vita di Lucia scorre così, semplice e ripetitiva come tante altre esistenze. Fragile e vagamente infantile si lascia trasportare dalla corrente ripetitiva e monotona di giorni tutti simili tra di loro. Ma c'è qualcosa che freme dentro di lei, un misto tra il desiderio di vedere cosa si nasconde dietro le colonne d'Ercole della sua quotidianità e l'inquietudine di una paura (fondata) - la possibile infedeltà del marito - unite al dolore, mai rimarginato, della perdita della migliore amica, avvenuta quando erano poco più che ragazze.
Lucia prova a nascondere dentro di sé questi pensieri che le affollano la mente e la rendono fluttuante, sempre vagamente distante dalla realtà, presente eppure altrove. Sarà l'incontro/scontro con Feysal, giovane ambulante egiziano che sogna la Danimarca, a smontare definitivamente in lei quella parvenza di serenità che si era costruita e a farle rivendicare il bisogno di confrontarsi con il proprio io, libera e non più spaventata di vivere la vita così come la sente.
Giorgia Cecere torna a raccontare una storia femminile che vede protagonista, ancora una volta, Isabella Ragonese, qui nel ruolo della dolce e remissiva Lucia che trova lentamente la strada per riemergere dall'abisso di monotonia ed infelicità nel quale si era volontariamente trincerata. La cineasta salentina spiega cosa l'ha spinta ad ambientare il film tra i portici e le strade nebbiose della provincia piemontese. Proprio nella dimensione placida ed impassibile della cittadina astigiana la Cecere fa riecheggiare ancora più forte il suo messaggio. Lucia è lo strumento nelle sue mani per raccontare, attraverso il suo sguardo puro, sia uno spaccato d'attualità tutto italiano, sia una dimensione più ampia, europea, sulla condizione disumana dell'emigrazione e della clandestinità che, paradossalmente, permette alla protagonista di trovare il coraggio per confrontarsi con il reale e con se stessa, spezzando il circolo vizioso ed asfissiante di una vita stantia.
L'incontro con Feysal è l'incontro con l'autentico. Esattamente ciò che manca nella vita di Lucia. Il personaggio del giovane ambulante funge da deus ex machina per svegliare Lucia dal torpore della sua quotidianità e per ricordare a noi spettatori come sia facile cadere nel tranello dell'apparenza.
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