Regia: Jake Schreier. Sceneggiatura: Scott Neustadter, Michael H. Weber. Montaggio: Jacob Craycroft. Fotografia: David Lanzenberg. Musica: Ryan Lott. Costumi: Mary Claire Hannan. Scenografia: Chris L. Spellman.

Interpreti: Nat Wolff, Cara Delevingne, Halston Sage, Cara Buono, Austin Abrams, Caitlin Carter, Hannah Alligood, Griffin Freeman, Jaz Sinclair.

Produttore: Marty Bowen, Wyck Godfrey.

Distribuzione: 20th Century Fox.

Origine: USA, 2015.

Tratto dal romanzo best-seller di John Green (Colpa delle stelle), Città di carta è la storia di Quentin e della sua enigmatica vicina di casa Margo, una vera amante del mistero, che dopo averlo trascinato in un’unica notte in giro per la città, scomparirà improvvisamente lasciando degli indizi che solo lui potrà decifrare. La ricerca porterà Quentin e i suoi amici attraverso un’avventura che sarà al tempo stesso toccante e divertente. E alla fine, mentre sarà sulle tracce di Margo, Quentin capirà il significato profondo dell’amore. In sostanza, Città di carta è la narrazione emorragica di un legame speciale. È un viaggio on the road. È la mappa emotiva dell’adolescenza. È un’avventura in un’America fatta di quartieri fantasma, cantieri a cielo aperto e di lunghe attese. È una storia scanzonata e commovente che narra delle meraviglie nascoste nelle irripetibili prime volte, di ossessioni, di amicizie e di fughe. È un romanzo di formazione empio di vita, di battute folgoranti, di peripezie, di spasmodiche ricerche e di macabre esperienze. È una lettura piacevole e scorrevole che tra le righe nasconde piccole perle di saggezza, in grado di regalare allo spettatore gioiosi brividi al cuore. Infatti, è il delicato scavo psicologico dell’autore che offre agli avidi occhi del lettore epifanie emozionanti, una cruda consapevolezza delle imperfezioni della vita, e una scintilla di ribellione contro la noncuranza dei sentimenti. Ed è per questo, che alla fine si finisce per toccare con mano la grandezza delle rivoluzioni interiori. Di conseguenza, Città di carta è un film consigliato ai giovanissimi e non, perché è in grado di far affiorare i turbamenti propri dell’adolescenza, di far sorridere davanti a un racconto farcito di riflessioni, di poesie e di metafore, che non scadono mai nel banale, ma che sono in grado di ammantare le immagini con la giusta dose di spensieratezza, di mistero, di malinconia e di ironia, e soprattutto perché è capace di far illuminare grazie ai suoi personaggi scoppiettanti di intima vitalità, la cui tenera e sensibile anima cela un messaggio importante per lo spettatore: occorre vivere l’esistenza cercando di godersi appieno l’oggi; bisogna guardare oltre le “città di carta”, dove regna sovrana l’ipocrisia, ma soprattutto è necessario uscire dal proprio misero microcosmo per allargare gli orizzonti e tuffarsi con entusiasmo nel mondo delle possibilità e godersi il lungo viaggio verso la meritata felicità.