Regia e sceneggiatura: Walter Veltroni. Montaggio: Gabriele Gallo. Fotografia: Davide Manca. Musica: Danilo Rea. Produttore: Olivia Sleiter. Distribuzione: Bim Distribuzione. Origine: Italia, 2015.
L’impegno di Walter Veltroni nel preparare il documentario I BAMBINI SANNO è stato notevole, dalla scelta di 39 bambini, tra 9 e 13 anni, rappresentativi dell’Italia di oggi con la sua multirazzialità, le diverse culture e condizioni sociali, al concepimento dell’impianto scenico e alla preparazione delle interviste. Alcuni dei bambini sono presentati nello specifico della loro vita e provenienza nel corso del film, tutti sono identificati nei titoli di coda, con l’età, il nome e la residenza. A partire da una frase tratta da Saint Exupery:”I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stufano di spiegargli tutto ogni volta,” questi bambini, dei quali alcuni in piena crescita adolescenziale, ricevono una serie di domande sul loro pensiero e sentire circa temi molto impegnativi come l’amore, Dio, il futuro, la crisi, la famiglia, l’omosessualità, gli interessi, i sogni, le speranze. Di Veltroni è la voce off che fa li interroga bonariamente, senza pressarli né imbeccarli, talora vivacizzando la breve conversazione con piccole e scherzose provocazioni. Ogni tema è preannunciato da una vignetta di Altan con gustose caricature adeguate ad esso. I bambini sono ripresi nel loro habitat, in genere la loro casa e spesso la loro cameretta luminosa piena di giochi, pupazzi, libri, zainetti, tutto vivacemente colorato, seduti e tranquilli. Dai dialoghi emerge un certo compiacimento di essere ripresi e spesso un atteggiamento a pensare serioso, segito da risposte spontanee e diverse, logica conseguenza della scelta preliminare. Così vengono fuori le situazioni familiari, la tendenza alla speranza, la varietà dei sogni ( fare l’attore, l’insegnante, il musicista, lo chef, il pescatore, lo scienziato, e così via). Piacciono le risposte fantasiose di un ragazzino Down (“io penso che il futuro è. …una bella parola”), alla frase che ci ha martellato vedendo i trailer, del piccolo Marius, rom, visto all’aperto nello squallido campo dove vive, pieno di topi e immondizie, che dice “Io spero…che Dio ci salvi”e guarda in alto per poi correre verso il mare che non aveva mai visto.
Ad ogni tema si vedono e si rivedono le facce, le espressioni di tutti questi bambini e adolescenti che diventano familiari e che reagiscono positivamente alle domande quanto e di più di ciò che ci si sarebbe aspettato. Di grande impatto visivo è l’ incipit con il montaggio di sequenze di film sull’infanzia di grandi Autori ( Baaria, Io non ho paura, Kaos ,Gremslin, Stand by me e I 400 colpi evocato nella scena del bambino che vede per prima volta il mare), con bambini che corrono verso il futuro, la speranza di pace, di libertà, di bene per tutti, sottolineato dall’imponente colonna sonora di Danilo Rea che in altri punti è troppo invadente. Film piacevole a vedersi soprattutto per i bambini, sempre sorprendenti, corretto ma didascalico e troppo programmato. Che l’autore abbia definito il complimento più bello la frase di una ragazzina, detta dopo la visione del film ”Spero che lo vedano i nostri genitori, così ci capiranno meglio”, fa comprendere le sue intenzioni (Raggiunte? Necessarie?).
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