Regia: Wim Wenders. Sceneggiatura: Frederique Boltè. Scenografia: Bjørn Olaf Johannessen, Montaggio: Toni Froschhammer. . Fotografia: Benoĩt Debie. Musica: Alexandre Desplat. Costumi: Sophie Lefedure. Interpreti: Charlotte Gainsbourg, James Franco, Rachel McAdams, Peter Stormare, Marie-Josèe Croze, Robert Naylor, Julia Sarah Stone, Patrick Bauchau, Lilah Fitzgerald. Produttore: Gian-Piero Ringel, Ronald Gilbert. Distribuzione: Teodora Film. Origine: Germania, Canada, Norvegia, 2015.
Premio speciale della Giuria Festival di Berlino 2015.
Una sera d'inverno lo scrittore Tomas sta guidando in un paesaggio nevoso quando una slitta gli si para davanti scendendo da un pendio.
Tomas non ne ha colpa e nemmeno Christopher, il fratello maggiore che avrebbe forse potuto prestare più attenzione al fratellino e nemmeno la mamma dei due che li avrebbe potuti richiamare in casa. Tomas entra in crisi profonda e la sua vita cambia anche sul piano affettivo. Questo evento lascerà segni anche nel futuro di tutti coloro che sono stati coinvolti.
Ci sono autori che restano talvolta affascinati dal modo in cui le 'storie' giungono al loro cospetto. È, in questa occasione, il caso di Wim Wenders che ha ricevuto per posta la sceneggiatura e ha deciso quasi d'istinto di farne un film. Chi ricorda l'esperienza di Pina sa quanto in quell'opera di danza e poesia l'uso della rinnovata tecnologia fosse fondamentale. Qui la necessità appare meno evidente anche se l'occhio allenato coglie come Wenders se ne sia avvalso più che per gli effetti maggiormente plateali piuttosto per sfumature di grande raffinatezza stilistica.
Quest'ultima non è mai assente nelle opere del Maestro che però in questa occasione sembra giustificare la massima popolare che recita che si nasce incendiari per poi finire come pompieri. Perché in questa storia di vite segnate da un evento doloroso il tema della scrittura e del successo personale ottenuto filtrando realtà e immaginazione finisce con il riverberarsi su Wenders stesso che è sempre più formalmente accurato quanto invece lontano da quella realtà che sapeva trasfigurare in una forma d'arte capace di rivoluzionare un'estetica e sempre pronta ad osare sul piano della forma linguistica.
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