Regia e sceneggiatura: Xavier Giannoli. Fotografia: Glynn Speeckaert. Scenografia: Martin Kurel Costumi: Pierre-Jean Larroque. Montaggio: Cyril Nakache. Musiche: Ronan Maillard. Interpreti: Catherine Frot, Christa Théret, Andreé Marcon, Michel Fau, Sylvain Dieuaide, Denis Mpunga, Aubert Fenoy, Sophia Leboutte, Thèo Cholbi. Produttori: Olivier Delbosc, Marc Missonnier. Distribuzione: Movies Ispiredes. Origine: Francia/Repubblica Ceca/Belgio, 2015.
È ispirato a una storia vera, quella di Florence Foster Jenkins, il soprano peggiore della storia. Ma lei era convintissima di essere piena di talento e disgraziatamente, visto che era pieno anche il portafogli, poteva pagarsi concerti e registrazioni. La sua incisione della seconda aria della Regina della Notte è probabilmente la più disastrosa esecuzione operistica di tutti i tempi; di certo, i suoi dischi sono una miniera di perle nere, conosciutissimi da ogni melomane che voglia farsi del male o semplicemente quattro risate.
Marguerite non è la sua biografia (quella la sta girando Stephen Frears con Meryl Streep) e infatti la storia è trasferita dagli Stati Uniti alla Francia e dagli Anni Quaranta ai folli Venti. Jenkins diventa così Marguerite (Catherine Frot, davvero bravissima), una «baronne» molto ricca e altrettanto stonata, appassionata d’opera fino alla follia. Prima canta in casa per i suoi aristocratici amici e viene doverosamente applaudita. Poi però, istigata dal solito giornalista arrivista e senza che il marito che la cornifica abbia il coraggio di disilluderla, si mette in testa di farlo in pubblico. Allora assolda come insegnante un tenore in disarmo (Michel Fau, strepitoso) e inizia a esibirsi, prima in un cabaret dadaista (sequenza altrettanto strepitosa, con tanto di celebre tirata anarchica di Tristan Tzara), poi disgraziatamente in teatro. E qui, al grande recital dove si presenta con delle ali di piume sulle spalle (come la vera Jenkins sulla copertina dei suoi dischi catastrofe), è subito dramma. La diva fai-da-te sputa sangue straziando «Casta diva» fra i dileggi della platea e muore in ospedale quando finalmente le fanno ascoltare la sua vera voce: suicidio a 78 giri.
MULTISALA NOVECENTO
Via del Cristo, 5 - 42025 Cavriago (Reggio Emilia)
0522 372015
P.IVA 00132130352
IBAN IT44C0103066290000000376274
RICEVERAI IN ANTEPRIMA LE NOVITA'
SULLA PROGRAMMAZIONE E SULLE PROMOZIONI ESCLUSIVE.