di Giorgio Gallione
con Lella Costa
Regia: Giorgio Gallione. Testi: Lella Costa, Massimo Cirri, Giorgio Gallione. Musiche di Stefano Bollani
Gli appassionati monologhi di Lella Costa partono da una figura letteraria centrale quale può essere Alice o Traviata o Amleto, e arrivano diretti al nostro cuore e alla nostra intelligenza. La grande interprete, circondata da una miriade di apparizioni femminili, racconta della follia e della disperazione, della poesia e del mistero delle donne. Racconta Euridice, di come, forse, la morte se la sia cercata, per sfuggire alle rassicurazioni di Orfeo, innamorato ma noioso, oppressivo, narciso. Il mito diventa conversazione quotidiana, al limite del chiacchiericcio.
Ragazze parte dal mito di Orfeo e Euridice. La narrazione, che è anche reinvenzione, avviene alla luce delle lettura che, nei secoli, diversi poeti hanno dato, seguendo in particolare due voci moderne, due autori del '900, Rilke e Calvino. Proprio da quest'ultima Euridice, la più "nuova" rispetto alla rappresentazione classica, prende avvio Ragazze, per consegnare al pubblico un denso e insieme umoristico quadro del "femminile", una riflessione a tratti apertamente scanzonata, a tratti più pacata e talvolta amara, sulle donne e sul rapporto tra i due sessi, ma anche sul mistero dell'amore.
Se la vicenda di Orfeo e Euridice racconta infatti della forza dell'amore che porta il poeta a scendere all'Ade per recuperare l'amata, morta per la puntura di una vipera, resta, secondo Lella Costa, un terribile perché: perché quando Orfeo ha ottenuto di riavere Euridice, con l'unica condizione del divieto di voltarsi a guardarla durante il tragitto di risalita dagli inferi, si volta e la perde per sempre? Non la ama allora davvero?
E qui arriva Calvino, con la sua Euridice "altra", una Euridice che, sotto lo sguardo di un altro uomo, un dio, Plutone, sceglie di abbandonare la certezza del fuori, per esplorare le lande sconosciute di un altro mondo: metafora straordinaria che Lella Costa coglie nel senso della vocazione femminile, troppo spesso nei secoli negata, a «voler esplorare e partire e mettersi in gioco», oltre e fuori dalle etichette sociali.
Recensione
L’attrice racconta “E’ folgorante confermare come lo sguardo maschile, quando è “buono”, a volte sappia leggerci addirittura meglio di noi stesse. E’ questo che vorrei provare a raccontare – questo andare, incerto ma inesorabile, questo voler esplorare e partire e mettersi in gioco e capire, questo continuo sfidare e chiedere conto e pretendere rigore e rispetto e coerenza; la fatica e la leggerezza, il dolore, lo sgomento, la rabbia, i desideri, “l’arme e gli amori”- cortesie pochine, temo; la testardaggine, l’autoironia, il magonismo terminale, la sorellanza che forse è perfino più inquieta della fratellanza; la violenza, ahimè, inevitabilmente; e l’inviolabilità, anche, possibilmente. Euridice e le altre, nei secoli protagoniste o testimoni di uxoricidi impuniti e vessazioni quotidiane, di espropriazioni subdole e continue, di gesti eroici e delitti inauditi, e di quel costante, incoercibile, formidabile accanimento terapeutico nei confronti del futuro. Euridice e le altre, sicuramente non tutte ma molte – le “ragazze senza pari” che abitano, e animano, la nostra vita e la nostra memoria e che, compatibilmente con il mondo, riescono ad essere straordinariamente creative, e irresistibilmente simpatiche”. Rapiti come dal canto di una musa, si può star seduti ad ascoltare la regina del monologo trattare di qualsiasi argomento. Abilissima oratrice dalla voce armoniosa e dalla presenza scenica di un’eleganza senza pari, Lella Costa, interprete molto amata ,soprattutto dal pubblico femminile, torna a regalare una grande e gradevole serata intellettualmente stimolante, uno spunto di riflessione. Mai come oggi c’è bisogno di riflettere…E allora lasciamoci guidare dalla sublime “ars oratoria “ di Lella, che si intreccia al genio della regia di Giorgio Gallione che cura lo spettacolo e alle musiche di Stefano Bollani, per sondare quel simpatico, complesso ed attraente universo femminile. Si parte da esempi leggendari e poi storici per ricostruire un filo logico sui vizi e le virtù, i sentimenti che animano queste creature che da sempre determinano il destino del mondo, per capirle e per capirci meglio, per proteggerle ed imparare a proteggerci da sole, ma soprattutto per riflettere sull’Amore. Una Lella Costa semplice e appassionante che con il suo fare amabile sembra una provetta narratrice di fiabe, dotata di una forza energetica straordinaria.
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