Regia: Rob Lettermann.
Soggetto: Robert Lawrence Stine. Sceneggiatura: Darren Lemke, Scott Alexander, Carl Ellsworth, Larry Karaszewski, Robert Lawrence Stine. Fotografia: Javier Aguirresarabe. Montaggio: Jim May. Scenografia: Frank Galline. Costumi: Judianna Makovsky. Interpreti: Jack Black, Odeya Rush, Halston Sage, Amy Ryan, Ken Marino, Steven Krueger, Timothy Simons, Dylan Minnette. Produttori: Deborah Forte, Neal M. Moritz. Distribuzione: Warner Bros. Origine: U.S.A., Australia, 2015.
Piccoli brividi (titolo originale Goosebumps) è un film diretto da Rob Letterman (Mostri contro alieni) che parte da un’idea semplice – i mostri che escono dai libri diventando reali -, già vista in Jumnji (con la differenza che lì si parlava di un gioco da tavola) ma efficace e che anche qui dà vita a una trama ricca di spunti, divertente e dove, sostanzialmente, non ci si annoia, soprattutto se si è bambini – target a cui la pellicola è indirizzata.
La storia è ispirata a uno dei romanzi della collana Piccoli Brividi, firmata da Robert Lawrence Stine, che nel film è anche tra i personaggi principali, impersonato da un sempre scatenato Jack Black.
Stine è un autore ombroso, burbero che tiene se stesso e la figlia Hannah imprigionati in una casa in stile vittoriano. Zach, un ragazzo da poco trasferitosi nella casa accanto, preoccupato per Hannah, s’introduce nella proprietà degli Stine e scopre il loro segreto: l’autore, una volta terminato un romanzo, deve chiuderlo con tanto di lucchetto perché i suoi personaggi, per lo più mostri, non saltino fuori. Da una parte Stine teme la propria creatività dall’altra è sempre stato un bambino introverso (per questo ha cominciato a scrivere romanzi, per inventarsi amici con cui parlare). Zach, nello scoprire la verità, combina un guaio, apre accidentalmente il romanzo sulla peggiore creatura che Stine abbia creato, Slappy the Dummy e…
Come dicevo sopra, Piccoli brividi parte da un’idea già vista in Jumanji, ma il tono, qui, è più scherzoso e leggero mentre in Jumanji si poteva leggere uno scontro tra l’anarchia feroce e vitale della creatività e la rassicurante e noiosa routine di una vita borghese. La storia è un turbine di creature sempre più grottesche. Si comincia con un abominevole uomo delle nevi, si prosegue con cattivissimi nani da giardino e si va avanti con insetti giganti, uomini lupo, zombie eccetera. Il film è bello visivamente. Lo sfondo della tranquilla cittadina del Delaware che si trasforma in una giungla del fantastico e dell’horror funziona. Divertimento garantito, ma con brividi sempre più piccoli, mano a mano che si cresce.
La Mondadori, l’anno prossimo, pubblicherà il romanzo Piccoli brividi – La storia. Per chi non lo sapesse, ricordiamo che la collana omonima è stata tradotta in 32 lingue e ha venduto più di 500 milioni di copie rivelandosi il maggiore successo editoriale nella storia della letteratura dell’infanzia.
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