Regia: Naomi Kawase. Sceneggiatura: Durian Sukegawa, Naomi Kawas.. Montaggio: Tina Baz. Musica: David Hadjadj. Interpreti: Kirin Kiki, Kyara Uchida, Miki Mizuno, Masatoshi Nagase, Miyoko Asada, Etsuko Ichihara. Produttore: Koichiro Fukushima, Yoshito Oyama.
Distribuzione: Cinema. Origine: Giappone, 2015.
Sentaro gestisce un chiosco di dorayaki, tipico dolce giapponese costituito da doppi pancake ripieni di marmellata di fagioli azuki. Non è lì per vocazione, ma per pagare un amaro debito. L'anziana quasi ottantenne Tokue si presenta da lui offrendosi come aiutante: perplesso dall'età, Sentaro si fa convincere dalla straordinaria qualità della marmellata che la donna prepara. Non si porrà molte domande sulle mani deformate di Tokue, almeno finché non capirà che la propria gabbia esistenziale non è nulla se paragonata ad altre...
Classe 1969, la regista e fotografa Naomi Kawase si affaccia in sala con questo Le ricette della signora Toku, passato nella sezione Un certain renard dell'ultimo Festival di Cannes. Per i primi due terzi del racconto, la rarefazione del commento musicale, il mistero e il non detto fanno dell'incontro tra Sentaro e Tokue un'esperienza sensoriale nella quale cercare significati, rimandi, pensieri nascosti e suggestioni culturali. Una giustapposizione di un occhio documentaristico con una valorizzazione fortemente simbolica della storia, animata dal confronto di tre generazioni: la terza età di Tokue, l'età adulta di Sentaro e la giovinezza della studentessa Wakana, cliente del chiosco, alla ricerca di una figura genitoriale assente, un topos della regista.
Il loro è un rimpallo di sguardi e interrogativi che nascondono a se stessi e agli altri dei vissuti tristi se non irraccontabili, esorcizzati nella concretezza deldorayaki: cibo, sapore e chiaramente tradizione. Le ricette della signora Tokuri uscirebbe persino a sfuggire alle trappole rasserenanti dei tipici film sulla cucina, intriso com'è di sofferenza viscerale quando viene rivelato un disturbante trascorso di uno dei protagonisti. Con il pregio di un'esortazione valida per qualunque attività: affrontare il lavoro con sorriso e convinzione.
Nel terzo atto, purtroppo, la Kawase decide di rendere esplicito ciò che aveva lasciato intendere nel resto dell'opera: non spetta più al pubblico completare pensieri ed emozioni, ma i dialoghi, il commento musicale e lo svolgimento abbracciano la retorica la cui assenza aveva concesso la sospensione di poco prima. Accumula anche diversi finali, affezionata ai propri personaggi più che all'economia della narrazione, lasciandoli andare dopo quasi due ore. Peccato, perché Le ricette della signora Toku è un film dove il valore della tradizione e la crudeltà della storia contemporanea s'intrecciano in una passione drammatica e stimolante, toccante di per sè.
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