Regia: Gus Van Sant. Sceneggiatura: Chris Sparling. Fotografia: Kasper Tuxen. Montaggio: Pietro Scalia. Musiche: Mason Bates. Scenografia: Alex Digerlando, Jeanette Scott. Costumi: Danny Glicker.
Interpreti: Matthew McConaughey, Naomi Watts, Ken Watanabe, Jordan Gavaris, Katie Aselton, Ami Haruna, James Saito, Owen Burke, Susan Garibotto, Jeffrey Corazzini, Joseph Oliveira, Anna Friedman, Simba Dibinga.
Produttori: E. Brian Dobbins, F. Gary Fray.
Distribuzione: Lucky Red. Origine: U.S.A., 2015.
Parabola esistenziale e spirituale sulla silenziosa convivenza con la sofferenza, col distacco amoroso e l’impossibilità di armonizzare passato e presente, LA FORESTA DEI SOGNI (in concorso a Cannes 2015) è un’opera complessa e controversa, lirica e profonda sul valore dell’espiazione e sulla sopravvivenza post-traumatica. Seguito ideale dell’incompreso GERRY, incrocio estremo tra la matrigna maestosità della natura e l’ossessione fallace del superamento dei liniti fisici, il film, discontinuo ma riscattato dal pudore dell’analisi psicologica, possiede uno stile essenziale e diretto, minimalista e descrittivo che scava nelle incomprensioni, nell’improbabilità di destini e incontri con una visione straniante della natura selvaggia.
Uno studioso americano di fisica si reca in Giappone, nella “foresta dei suicidi” alle pendici del monte Fuji per togliersi la vita; dopo aver ingerito una dose di barbiturici vede un uomo d’affari giapponese, animato dalle stesse intenzioni. I due cominciano a confessarsi colpe e sentimenti cercando nuovi equilibri e generando umana solidarietà. Van Sant, affascinato dal legame indissolubile tra vita e morte, privilegia le sfumature di un racconto esoterico tra cielo e terra, con una struttura drammaturgica teatrale costruita sul confronto tra due anime smarrite. Racconto filosofico e mistico, maieutico e terapeutico, classico e convenzionale sulla perdita di sé, usa la verità dei primi piani e la tecnica dei flashback per ricostruire i pezzi mancanti e i piani narrativi. Il regista continua ad esplorare il vuoto dell’isolamento e dell’indifferenza ricalcando la scoperta dell’altro, la conoscenza di mondi opposti dei precedenti Will hunting e Scoprendo Forrester.
La foresta dei sogni sulla cognizione del dolore e dell’inquietudine, punto d’incontro tra culture e religioni mostrando il valore della solidarietà e del riscatto.
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