Regia: Paolo Virzì. Sceneggiatura: Paolo Virzì, Francesca Archibugi. Fotografia: Vladan Radovic. Montaggio: Jake Roberts. Scenografia: Cecilia Zanuso. Musica: Carlo Virzì. Scenografia: Tonino Zera. Costumi: Catia Dottori.
Interpreti: Valeria Bruni Tedeschi, Anna Galiena, Micaela Ramazzotti, Valentina Camelutti, Elena Lietti, Tommaso Ragno, Bob Messini, Francesca Della Ragione, Roberto Rondelli.
Produttore: Marco Belardi. Distribuzione: O1 Distribution.
Origine: Italia, 2016.
Dopo il successo de Il capitale umano, Paolo Virzì torna dietro la macchina da presa per girare una commedia drammatica ambientata in Toscana. Il regista livornese ha dichiarato che il film racconterà "una passeggiata fuori da una struttura clinica che si occupa di donne con problemi in quel manicomio a cielo aperto che è l'Italia".
Beatrice Morandini Valdirana è una chiacchierona istrionica, sedicente contessa e a suo dire in intimità coi potenti della Terra. Donatella Morelli una giovane donna tatuata, fragile e silenziosa, che custodisce un doloroso segreto. Sono tutte e due ospiti di una comunità terapeutica per donne con disturbi mentali, dove sono sottoposte a misure di custodia giudiziaria. Il film racconta la loro imprevedibile amicizia, che porterà ad una fuga strampalata e toccante, alla ricerca di un po' di felicità in quel manicomio a cielo aperto che è il mondo dei sani.
Sollecitato a descrivere questo suo nuovo film, Paolo Virzì risponde così: "Sono molto eccitato da questa nuova impresa, da questa storia di pazzia, di desiderio di libertà e di amore, scritta insieme a Francesca tra risate e lucciconi, che ci ha spinto a perlustrare i luoghi più diversi dove ci si prende cura dei disturbi psichici, a volte con percorsi di terapia ottimistici, o più spesso sbrigativamente con la custodia e la restrizione. Con questo film avventuroso, in bilico tra ironia e dramma, esploriamo il confine labile tra sanità e insanità mentale, immergendoci nel cuore di esistenze condannate allo stigma sociale della follia e della pericolosità, e provando ad osservare - attraverso quel loro sguardo ritenuto strano, di donne imperfette - la fragilità, la miseria e a volte anche la ferocia delle nostre esistenze ritenute normali".
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