Bodi, un giovane mastino tibetano si scopre amante del rock. La passione si manifesta quando una radio gli cade letteralmente dal cielo: al suono della musica del "mitico" Angus Scattergood, Bodi comincia a fantasticarsi chitarrista, distraendosi dai dettami paterni che lo vedono destinato a guardiano dell'esercito di pecore contro i malvagi lupi che vogliono sterminare il villaggio. Inizialmente reticente, papà Khampa acconsente al "viaggio iniziatico" del figlio verso la grande città, dove nel leggendario Rock Park potrà tentare la strada della musica a una condizione: se non riuscirà nell'impresa dovrà irreversibilmente tornare fra i monti a difendere il paese.
Chi crede alla leggenda che associa il rock ad ascendenze diaboliche dovrà arrendersi davanti a questo romanzo di formazione animato che unisce il popolo più pacifico della terra - i tibetani - a chitarre elettroniche, batterie e amplificatori a palla. Il bizzarro connubio nasce da un'inedita collaborazione produttiva fra Cina e Stati Uniti, dove la prima ci ha messo la graphic novel d'ispirazione, "The Tibetan Rock Dog", i secondi il regista del film Ash Brannon, già "uomo Pixar". Questi con l'autore del fumetto Zheng Jun hanno steso una sceneggiatura impreziosita da citazioni cult (il finale di un video dei Radiohead da scoprire nel film) e da personaggi solidamente caratterizzati, naturalmente appartenenti al regno animale.
Ma tutto è paradossalmente capovolto in Rock Dog, dall'identità degli eroi "buoni" incarnati da dei mastini e da quella del loro esercito rappresentato da delle pecorelle travestite da guerrieri. Naturalmente l'eroe-in-divenire, Bodi, è il Candid della situazione sulla via evolutiva ovvero "alla ricerca del suo paradiso".
Molteplici e ibridi sono gli universi di riferimento utilizzati nel film per restituire, semplificandoli, i non facili agganci a degli immaginari che non propriamente riguardano i più piccoli, a cui il titolo principalmente si indirizza. Il mondo del rock rimanda ai luoghi comuni della Beverly Hills musicale con tanto di bus in "star tour" e ville faraoniche fra cui spicca quella di Angus, un gatto bianco e nevrotico travestito in rigoroso nero come si addice a un divo rockettaro in crisi d'ispirazione. Quanto a quello dei "cattivi", il richiamo è con le atmosfere del gangster movie: lupi accigliati e in divisa da iene tarantiniane obbediscono ciecamente al boss, orrido e ferocissimo.
Il racconto del film procede nel classico ordine della fiaba di formazione con inserti di suspence, gag assai divertenti e soprattutto un notevole commento musicale che trova il suo meglio nella canzone finale, il pretesto narrativo che unisce le sorti del semplice ma genuino Bodi a quelle del sofisticato ma bisogno d'affetto Angus, il felino rock. Complessivamente si tratta di un'operazione piacevole e non banale, benché lontana da quelle pellicole d'animazione che segnano la memoria.
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