Regia: Christopher Nolan. Sceneggiatura: Christopher Nolan. Scenografia: Gary Fettis, Emmanuel Delis. Fotografia: Hoyte Van Hoytema. Montaggio: Lee Smith. Musica: Hans Zimmer. Interpreti: Tom Hardy, Kenneth Branagh, Mark Rylance, Harry Styles, Cillian Murphy, Aneurin Barbard, Jack Lowden, Fionn Whitehead. Produttori: Christopher Nolan, Emma Thomas. Distribuzione: Warner Bros. Origine: U.S.A./Regno Unito/Francia, 2017.
Uno stuolo di caschi scuri, il rombo dei motori di caccia in avvicinamento e uno stacco, prima che qualcosa, si presume molto distruttivo, avvenga. A Christopher Nolan bastano poche immagini per catturare l'attenzione dello spettatore e renderlo prigioniero di un universo parallelo. distorsioni spaziotemporali Nolan trova la singolarità nei libri di storia, in un episodio celebre in terra d'Albione e molto meno altrove. La storia di una fuga, anziché quella di un eroico assalto.
Il piano intendeva liberare un numero di soldati alleati, ma principalmente britannici. A Dunkerque circa 400 mila unità, trovatesi circondate dai panzer tedeschi, a seguito della repentina capitolazione della Francia nella primavera 1940. Il fallimento dell'operazione Dynamo avrebbe determinato un duro colpo per l'esercito del Regno Unito in uno scenario che vedeva Unione Sovietica e Stati Uniti ancora neutrali e privi della forza e della volontà necessarie per affrontare le forze dell'Asse.
34 i chilometri di larghezza minima, nel punto più ravvicinato, quello in cui Dover si affaccia su Calais.
Per i soldati ingabbiati a Dunkerque, oltre alla disperazione di essere confinati su una spiaggia, la beffa di scorgere casa propria ma non poterla raggiungere. Un paradosso che suggerisce come i destini del mondo si siano decisi per questioni di chilometri, in uno spazio relativamente ristretto, specie prima che il fronte della guerra si aprisse all'Oceano Pacifico.
Una delle notizie che più ha fatto parlare il web di Dunkirk è legata alla presenza nel cast di Harry Styles, ex membro del gruppo One Direction, boy band popolare tra le teenager. Nolan cercava un volto spaurito e fuori posto, appositamente estraneo al contesto in cui si trovava. Molti dei ragazzi spediti nella B.E.F. erano giovani e inesperti, tutt'altro che militari di professione. Styles era quindi il volto ideale per trasmettere l'assurdità di una situazione che nessuno aveva pianificato.
L'operazione Dynamo, di cui parla Dunkirk, rappresenta un episodio anomalo e poco raccontato della seconda guerra mondiale. Se questo già di per sé ha suscitato l'interesse di Christopher Nolan, ad ispirarlo ancor di più è stata la possibilità di introdurre tre differenti prospettive spaziali e temporali da cui narrare la vicenda: quelle di aria, terra e mare. Su terra infatti alcuni soldati sono rimasti per una settimana sulla spiaggia, mentre in mare gli eventi che hanno portato alla liberazione tramite imbarcazioni e pescherecci (in buona parte di civili) si svolgono nell'arco narrativo di un giorno; in aria addirittura si parla di un'ora di carburante, più che sufficiente per raggiungere Dunkerque dalla Gran Bretagna.
In molti già parlano di una risposta di Nolan a Salvate il soldato Ryan, uno dei punti di riferimento obbligati del cinema di guerra contemporaneo. Per più di un verso Dunkirk rappresenta il simmetrico del film di Spielberg: la fuga di fronte al nemico di 400 mila soldati contro lo sbarco temerario e carico di perdite di un numero inferiore, avvenuti in due momenti molto diversi dell'evoluzione del conflitto. Inoltre, se il film di Spielberg ha inaugurato una escalation di violenza e realismo nella rappresentazione del combattimento a fuoco, orientata a trasportare lo spettatore sempre più in medias res, Dunkirk procede nella direzione opposta, quella di un film di guerra in cui il sangue e gli sbudellamenti sono fuoricampo, e il focus della vicenda intende concentrarsi su altro. Cercando l'eroismo dove è meno immediato reperirlo.
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