Regia: Adam Smith. Sceneggiatura: Alastair Siddons. Montaggio: Kristinna Hetherington, Jake Roberts. Fotografia: Eduard Grau. Scenografia: Sophie Phillips. . Interpreti: Michael Fassbender, Brendan Gleeson, Lyndsey Marshal, Georgie Smith, Rory Kinnear, Killian Scott, Sean Harris. Produttori: Gail Egan, Alastair Siddons. Distribuzione: Videa CDE. Origine: Regno Unito, 2016.
L'opera prima di Adam Smith in ambito cinematografico ci trasporta nella periferia rurale e povera dell'Inghilterra, offrendo spunti di riflessione importanti verso un gruppo sociale spesso dimenticato, certamente emarginato e naturalmente problematico quale i nomadi (qui i nativi inglesi) ma senza mai riuscire in pieno a sfuggire dagli stereotipi che accompagnano quel determinato gruppo di persone. Trespass against us (frase tratta dalla preghiera del 'Padre Nostro') e adatta molto bene in italiano come Codice Criminale offre agli spettatori uno spaccato molto vivido e interessante della vita un gruppo di fuorilegge, che vive in campi abusivi alle porte delle periferie grigiastre inglesi che sopravvivere dedicandosi a piccoli crimini, come furti e rapine, dando spesso e volentieri filo da torcere alla polizia locale.
Pregio notevole del film è che riesce a farti entrare nel vivo della situazione, rendendo ancora più verosimile l'interpretazione, grazie al frequente uso di un inglese gergale, scandito dal frequente intercalare idiomatico, e costituito da espressioni colloquiali in accenti regionali che catturano l'attenzione del pubblico e aggiungono all'opera la verosimiglianza necessaria. Ovviamente il merito va anche ad una sceneggiatura ben scritta e al lavoro di attori rinomati, di classe A,. Qui, vi troviamo infatti un perfetto Brendan Gleeson e un formidabile Michael Fassbender nei ruoli principali, rispettivamente di padre e figlio fuorilegge che vivono ostracizzati dalla società e al di fuori delle sue leggi. All'interno della comunità che si sono creati l'unica legge insindacabile è quella dettata dal despotico pater familias Col che regola le vite di tutti coloro che vivono all'interno, mentre la sua presenza si fa sempre più pressante e ingombrante nella vita del figlio maggiore Chad. Quest'ultimo è un uomo che ha vissuto in prima persona le deleterie conseguenze delle convinzioni anarchiche e antisociali del padre, non essendo mai andato a scuola e divenendo un caso raro ma lampante di analfabetismo strumentale. Chad infatti, non è in grado nè di leggere nè di scrivere. Eppure nel suo cuore è consapevole di non poter (e tanto meno dover) condannare allo stesso destino i propri figli. Spronato anche dalla moglie, Kelly, Chad cercherà di distaccarsi dal padre e dallo stile di vita fuorilegge che ha sempre caratterizzato la sua famiglia, spezzando finalmente quella catena inossidabile che lo lega al padre e alla criminalità. Eppure Chad non trova mai il momento giusto per affrontare il risoluto monarca del campo. La sua figura è onnipresente nelle vite di tutti, a partire da Chad, proseguendo col disturbato e infantile Tyson, finendo coi nipotini stessi che egli istiga alla malavita e li invita a boicottare il sistema scolastico.
Ad un certo punto avverà una svolta: un colpo grosso finito male metterà la polizia definitivamente sulle tracce dei Cutler. Questo singolare episodio chiamerà ognuno dei diretti interessati a rivalutare le loro priorità e il destino dei loro affetti più cari. Chad e Kelly, infatti, devono prendere delle serie decisioni riguardo al futuro dei propri figli, nel frattempo, rigettati dalla scuola elementare della cittadina. Ed è a questo punto che il film prende una svolta anticonformista e alquanto singolare, portando ognuno dei suoi protagonisti a confrontarsi con se stesso e con le proprie azioni, ma finendo per rivendicare, con fierezza e fermezza, la propria appartenenza comunitaria e il proprio stile di vita, anarchico e sregolato. Qui allora si ritrova la parte più debole della chiave di lettura di Smith, che non vuole mai distaccare completamente i suoi protagonisti da un fato prescritto e inespugnabile.
Attraverso Chad, Kelly e i figli si prospetta un cambiamento, una vita onesta all'orizzonte, ricca di cultura e sensibilità sociale. Ma alla fine, queste prospettive restano solo degli idoli allo specchio, delle proiezioni fasulle della cruda realtà che li circonda, e come tale è destinata a non realizzarsi mai. Significativa in tal senso la sequenza di chiusura del film che sigilla il rapporto padre-figlio ma che contemporaneamente passa le redini del malaffare e della vita sregolata e raminga alla generazione più giovane, destinata a ereditare un'esistenza fuori dagli schemi, fuori dalle regole del buon vivere ma anche fuori controllo, sotto ogni aspetto.
Dal un lato quindi ne esce un'elogio alla libertà, al vivere al di sopra delle strette regole socialmente imposte. Un'immagine affascinante e lontana dagli stereotipi che spesso accompagnano le convinzioni sul nomadismo che non riescono a essere abbattute. E questa scelta narrativa del regista è assolutamente originale, valida e apprezzabile, rappresentando un inno alle scelte di vita anticonformiste che racchiudono una libertà incondizionata, vitale ed emozionante, senza mai stigmatizzare i suoi protagonisti per le vite che conducono. Al contempo però non si fa altro che riciclare il solito, nauseabondo, cliché che chi pratica uno stile di vita fuori dagli schemi socialmente imposti, e nella fattispecie quello nomade, non può che dedicarsi al crimine ed essere un fuorilegge. Criminalità e ignoranza (nel senso stretto di analfabetismo) sono elementi che malauguratamente caratterizzano spesso tali comunità.
In costante bilico tra un cop movie, con tanto di rocambolesche sequenze d'azione e corse in auto (bellissima la scena d'apertura del film), e un solido dramma famigliare, Smith indaga a modo suo diverse problematiche sociali e dinamiche generazionali mettendo a confronto tre generazioni di uomini ognuno dei quali è visceralmente legato all'altro e al destino che li unisce. Solo Chad oserà alzare la cresta, sfidando il padre e tutto ciò che egli rappresenta mettendo in discussione i loro valori e le loro attività. Ma il carattere irrequieto, autoritario e invasivo di quest'ultimo non permetterà che avvengano cambiamenti radicali all'interno della comune.
Trespass Against Us si pone quindi come un'esempio funzionante di cinema indipendente di ottima fattura, con tutti gli elementi tipici dell'arthouse: realismo sociale ed enfasi nei confronti dei protagonisti principali, logorati dai dubbi e dalle incertezze riguardanti il futuro proprio e dei figli (per Chad) più l'unità famigliare e del business (per Col).
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