A distanza di quattro anni dal primo episodio diretto da Mathieu Kassovitz, il 26 marzo arriva anche in Italia l'atteso sequel I fiumi di porpora 2: gli Angeli dell'Apocalisse, distribuito in 500 copie dalla Filmauro di Aurelio De Laurentiis. Due novità ed una riconferma: Kassovitz ha lasciato il testimone al giovane regista Olivier Dahan e Benoit Maginel ha preso il posto di Vincent Cassel, mentre Jean Reno veste di nuovo i panni del commissario Niemans. A firmare la sceneggiatura, invece, c'è il nome importante di Luc Besson, subentrato a Jean Cristophe Grangé che aveva scritto il primo capitolo. Il genere della pellicola non è mutato: anche stavolta siamo di fronte ad un thriller (d'azione) cupo, angosciante e dal colore livido, in cui domina l'oscurità e la trama si ingarbuglia di elementi fino allo scioglimento conclusivo. Indizi e tasselli sono disseminati lungo il percorso, ma la strada da battere è particolarmente tortuosa e misteriosa: Besson costruisce, infatti, un dramma di stampo religioso che parla di esoterismo, di fanatismo, di Apocalisse, di segreti inviolabili e di testi sacri. Tutto ciò è condito da effetti speciali che ricordano quelli americani, da inseguimenti mozzafiato e da una complicità ironica tra i due protagonisti. La vicenda si svolge nella regione francese della Lorena, sia in un monastero silenzioso ed inquietante, sia in varie cittadine dove avvengono delitti efferati e, si scoprirà, collegati l'un l'altro. Niemans e il capitano di polizia Reda (rispettivamente maestro ed allievo anni prima) cercheranno di indagare e di risolvere il giallo, incappando in storie occulte più grandi di loro e scoprendo il livello di follia che può generare l'ossessione religiosa. Non avranno a che fare con comuni assassini, ma con monaci atletici e - sembrerebbe - immortali, che scelgono le loro vittime in base al nome e al mestiere, gli stessi dei dodici apostoli. Aiutati da Marie (Camille Natta), una specialista in storia della religione, riusciranno a salvare un uomo che crede di essere Gesù (Augustin Legrand) e a fare luce su un enigma sepolto da secoli, che coinvolge pure personalità di alto rango come Heimmerich Von Garten (Christopher Lee). A sottolineare ogni passo e momento clou, una colonna sonora forte e molto presente.
Regia: Olivier Dahan. Sceneggiatura: Luc Besson. Fotografia: Alex Lamarque. Musiche: Colin Towns.
Interpreti: Jean Reno, Johnny Hallyday, Christopher Lee, Benoit Magimel, Camille Natta, Gabrielle Lazure.
2004. Francia-Italia-Gran Bretagna. 98''