Regia: Blandine Lenoir. Sceneggiatura: Annw Franҫoise Brillot, Benjamin Dupas, Jean-Luc Gaget, Blandine Lenoir, Oceane Michel. Montaggio: Stephanie Draud. Musiche: Bertrand Belin. Fotografia: Pierre Milon. Interpreti: Agnès Jaoui, Thibault de Montalembert, Pascale Arbillot, Sarah Succo, Lou Roy-Lecollinet, Nicolas Chupin, Rachel Farmane, Laurie Bordesoules. Produttori: Antoine Gandaubert, Fabrice Goldstein. Distribuzione: Bim Distribuzione. Origine: Francia, 2017.
Aurore è una donna sulla cinquantina che fa la cameriera ed è separata dal marito da cui ha avuto due figlie di cui una è incinta. Nel momento in cui perde il lavoro apprende anche di stare per diventare nonna. Questi due eventi la mandano in crisi: vede troppi anni dietro di sé. Casualmente però incontra un amore di gioventù e pensa di poter ricominciare. Non è però così semplice.
Si possono scrivere (e di fatto si sono scritti) dei saggi su quel delicato momento in cui una donna avverte il senso dello scorrere del tempo e teme di stare diventando 'vecchia'.
Si può però anche fare un film e riuscire a dire, anche divertendo, molte cose in materia trasmettendo sensazioni che la parola scritta forse non riuscirebbe a rendere appieno.
La commedia francese come genere rappresenta il terreno ideale su cui compiere un simile esercizio. Ci vuole però una regista (non 'un' regista) che non è ancora arrivata alle cinque decadi di vita ma che conosce bene le donne e un'attrice che dia corpo a tutti quei rivolgimenti che la medicina riassume nel periodo della menopausa (con le sue vampate di calore). Blandine Lenoir l'ha trovata in Agnès Jaoui che sa leggere nei più piccoli dettagli le sfumature di un personaggio che passa dalla accensione vitale al pianto e che si ritrova a confrontarsi con quello che avrebbe potuto essere e non è stato.
A partire da Café Society e passando per La La Land il tema sembra essere diventato uno dei favoriti dal cinema. Il riascoltare una canzone di "Hair" pensando a quando le proprie figlie erano piccole e spensierate mentre ora sono giovani donne con problemi più o meno grandi può provocare nostalgia. Ma Jaoui non è attrice che accetti personaggi rassegnati a qualcosa (nello specifico allo scorrere del tempo). Lo spettatore ne segue le incertezze, i mutamenti d'umore ma in cuor suo sa che Aurore cercherà una via d'uscita. Una soluzione però che non si limiti alla sottile rappresaglia che la sua amica del cuore compie nei confronti di uomini che stanno con donne molto più giovani di loro in una delle scene più esilaranti del film.
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